L’ ASL 10 dismette la RSA Le Civette nell’area di S. Salvi a rischio
60 posti letto e 53 posti di lavoro. La motivazione addotta a mezzo stampa
riporta che si “tratta di una semplice riorganizzazione degli spazi”. Una
decisione grave, irresponsabile e di basso profilo socio-sanitario, poiché
azzera l’esperienza di una
struttura qualificata che da tempo si occupa di anziani,
persone con malattie psichiatriche e Alzheimer. Oltre al danno
occupazionale vanno scongiurate le pesanti ricadute legate al ricollocamento
degli utenti e le loro famiglie e all’aggravarsi della situazione, già critica,
delle liste di attesa. Rifondazione Comunista chiede che tale decisione venga
revocata al fine di salvaguardare l’insieme del servizio sanitario fiorentino,
il diritto all’assistenza e al lavoro. Le Istituzioni Comune e Provincia di
Firenze, Regione Toscana devono contrastare tutte quelle scelte che in nome dei
risparmi fanno cassa sui diritti.
Domanda di attualità art. 39 del Regolamento del Consiglio Provinciale.
Siamo venuti a
conoscenza dai lavoratori della struttura RSA Le Civette nell’area di S. Salvi
dell’intenzione, da parte della ASL 10, di chiudere la residenza entro il 31
ottobre 2011.
Una decisione grave,
irresponsabile e di basso profilo socio-sanitario, poiché azzera l’esperienza
di una struttura qualificata che
da tempo si occupa di anziani, persone con malattie
psichiatriche e Alzheimer.
La RSA
ospita attualmente 60 anziani residenziali e 7 in CDA ed occupa 53 lavoratori (
diversi operatori sociosanitari, fisioterapisti, animatori, addetti alle
pulizie, alla portineria e al centralino).
Un altro
duro colpo inferto dalla ASL 10 al sistema sanitario fiorentino messo a dura
prova la scorsa settimana con un'altra vicenda emblematica, quale la annunciata chiusura di Poggio Sereno un istituto di cura privato, di 60
posti letto, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, specializzato nella
cura dei disturbi neuropsichiatrici situato a Fiesole.
Ci
lavorano 32 lavoratori ( medici, infermieri, ausiliari e amministrativi).
Il fine
istituzionale della struttura ( altamente qualificata e radicata nel
territorio)è quello di erogare in regime di ricovero (ordinario e
Day-Hospital) ed ambulatoriale, prestazioni specialistiche di diagnosi e cura
per patologie neuropsichiatriche e, in solo regime di ricovero, prestazioni
mediche internistiche.
Il
tentativo di dismettere Poggio Sereno e ora Le Civette fanno nascere il
sospetto che dietro ci sia una correlazione, un analogo disegno che in nome di un ipotetico
risparmio e soprattutto di un pericoloso riassetto delle attività tra
componenti societarie e lobbistiche riduce la qualità del servizio sanitario,
alleggerendolo nelle prestazioni e
tutele laddove i bisogni di salute sono più fragili e liberandosi di un numero
imprecisato di lavoratori. Inoltre non dimentichiamoci che nell’area di S.
Salvi insite da tempo una pericolosa privatizzazione che cerca di liberarsi di
strutture pubbliche.
Sulla dismissione della RSA Le Civette pesa inoltre
la modalità con la quale l’ASL 10 ha attivato la procedura dimenticandosi che
la residenza era stata oggetto di notevoli investimenti finanziari al fine di
adeguarla funzionalmente ai servizi offerti. Grave è il fatto che chi ha messo in essere questa
operazione non abbia valutato gli effetti derivanti dalla cancellazione di 60
posti letto né tanto meno la ricaduta occupazionale. Infatti la cooperativa Quadrifoglio che ha attualmente
l’appalto su tale struttura,ha comunicato ai lavoratori l’impossibilità della
totale ricollocazione all’interno di altri servizi. Un vero e proprio dramma
sociale poiché i lavoratori si sono trovati dall’oggi al domani senza posto di
lavoro e gli ospiti e le loro famiglie a far fronte ad una impossibile e
difficile loro ricollocazione. I
commenti tra gli operatori e i familiari segnalano la gravità dei danni che la
dismissione crea “…le persone con
malattie psichiatriche conoscono ogni macchia di ogni parete della loro stanza.
C'è chi è entrano qui a 18 anni e ci sta da 50. Non è possibile spostarli
altrove come se niente fosse: significa gettarli in un baratro di paure…” oppure come quella di un familiare di una paziente affetta
da Alzheimer che afferma come “…Ci sono
voluti anni per trovare
una struttura adatta a lei, dove volesse stare. Accetta solo questo ambiente o casa nostra, non vuole andare da parenti né altrove…”
una struttura adatta a lei, dove volesse stare. Accetta solo questo ambiente o casa nostra, non vuole andare da parenti né altrove…”
C’è
infine l’amara considerazione che gli ospiti andassero ad occupare posti in
altre RSA, questo aggraverebbe ulteriormente l’attuale situazione già fortemente
critica, nell’ASL 10, delle liste di attesa per l’inserimento nelle strutture
residenziali sanitarie assistite.
A
fronte di questa scelta scellerata operata dalla ASL 10 ci domandiamo cosa intendono dire e
fare il Comune e la Provincia di Firenze nonché la Regione Toscana veri e propri convitati di pietra in
queste operazioni di smantellamento del wealfare.
Gli
scriventi Consiglieri di Rifondazione Comunista
nel
ritenere grave la dismissione
decisa dalla ASL 10 della RSA Le Civette nell’area di S. Salvi che
cancella 53 posti di lavoro e 60 posti letto per
anziani, persone con malattie psichiatriche e Alzheimer,
nel
condividere le proteste espresse dai lavoratori, sindacati e dalle famiglie
degli ospiti della RSA ,
nel ritenersi allarmati dal fatto che a tutt’oggi non sono stati
chiariti in nessuna sede le scelte
operate dalla ASL 10 verso la RSA Le Civette se non attraverso una laconica
comunicazione attraverso la stampa dove la dismissione viene imputata ad una
semplice “riorganizzazione degli spazi” , della dismissione decisa e
soprattutto sulle pesanti ricadute in termini di prestazioni sanitarie e
occupazionali in un contesto dove permane una situazione critica delle liste
d’attesa per l’inserimento in RSA
chiediamo al Presidente della
provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla chiusura
della RSA Le Civette. Altresì
chiediamo di sapere i motivi per i quali l’ASL 10 dismette anche questa RSA e
cosa intende fare l’Amministrazione Provinciale d’intesa con il Comune di
Firenze e la Regione Toscana per salvaguardare la tenuta del sistema
sanitario, per scongiurare le
pesanti ricadute legate al ricollocamento degli utenti e le loro famiglie e
all’aggravarsi della situazione, già critica, delle liste di attesa e tutelare
il lavoro e i 53 operatori della struttura. Infine chiediamo di sapere se
l’Amministrazione Provinciale per quanto di sua competenza è stata interessata della vicenda dalle
organizzazioni sindacali.
Andrea Calò Lorenzo
Verdi
(Rifondazione Comunista)
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