mercoledì 25 gennaio 2012

FACCIAMO DEL 27 GENNAIO UNA TAPPA DELLA LOTTA CONTRO L’OLIGARCHIA E PER LA RIORGANIZZAZIONE DI CLASSE


FACCIAMO DEL 27 GENNAIO UNA TAPPA DELLA LOTTA
CONTRO L’OLIGARCHIA E PER LA  RIORGANIZZAZIONE DI CLASSE

      Compagni, lavoratori, lo sciopero generale del 27 gennaio si inserisce a pieno titolo nella ripresa delle mobilitazioni che il movimento operaio e sindacale ha avviato sotto i colpi dell’aggressione capitalista.  Si tratta di uno sciopero che, seppure con una tempistica non adeguata, ha rilevanza nella situazione politica.
      Berlusconi è caduto, ma i nostri problemi rimangono tutti sul tappeto e anzi continuano ad aggravarsi.  Il motto “rigore ed equità” del governo Monti si sta concretizzando nel garantire gli interessi della oligarchia finanziaria.
      Si continuano a scaricare, sempre più duramente, le conseguenze della crisi sulla classe operaia e le masse popolari. Si sviluppa l’attacco a tamburo battente contro l’occupazione, i diritti, le pensioni, il CCNL. Nel mirino è di nuovo l’articolo 18, per sancire la libertà di licenziamento, mantenendo le leggi sul precariato.
      Sul piano politico la crisi economica si traduce in autoritarismo e reazione su tutti i fronti, con la liquidazione delle stesse libertà e prassi costituzionali. 
      Il governo “tecnico” è in realtà il governo dell’alta finanza, dei padroni, delle banche, dei parassiti: per risalire la china, la nostra lotta deve essere rivolta contro di esso, in modo unitario e combattivo!
      I piani di Monti e Passera hanno incontrato da subito la resistenza della classe operaia. Sono entrati nel fronte di lotta anche altri settori schiacciati dalla crisi e dal decreto sulle liberalizzazioni, a cominciare dalla piccola borghesia meridionale, e gli studenti. Esiste il pericolo che settori animati da aspirazioni e interessi anticapitalistici, ma privi di una reale guida e alternativa di classe, finiscano per essere massa di manovra di forze populiste e reazionarie, che puntano alla contrapposizione col movimento operaio. Altrettanto pericoloso è il ruolo dei riformisti che lasciano spazio alle destre immobilizzando i lavoratori salariati e mantenendoli divisi dai loro potenziali alleati. 
      Nella situazione attuale è dunque decisivo l’intervento in campo, combattivo e unitario della classe operaia. Solo così si potrà dare una risposta contundente all’offensiva in atto, ponendo le basi per un blocco antagonista al capitale monopolistico finanziario, diretto dal proletariato.
      Per fare questo occorre dare impulso al fronte unico di azione di tutti gli sfruttati e, sulla sua base, realizzare un più ampio fronte popolare rivoluzionario contro l’offensiva capitalista e la reazione politica, che sappia convogliare il malcontento delle masse contro i responsabili e i beneficiari della crisi.
      E’ dunque necessario lottare uniti, mettendo all’angolo i collaborazionisti, gli opportunisti, gli scissionisti. Le alternative sindacali di classe e di base vanno difese e valorizzate non per separarle dall’insieme, ma per incidere sul resto del movimento operaio e sindacale, per costruire un percorso comune, basato sulla difesa intransigente degli interessi di classe.
      Esigiamo il superamento delle divisioni tra le forze che scendono in lotta contro l’offensiva padronale e governativa. Bisogna dar vita a piattaforme unificanti, sostenere obiettivi comuni, collegare le lotte in corso per costruire una grande, unitaria ed ininterrotta mobilitazione di tutti i sindacati, gli organismi, le forze politiche e sociali che si rifiutano di pagare la crisi e i debiti della borghesia.
      Costruiamo nei luoghi di lavoro e nei quartieri organismi dal basso quali i Comitati operai, dei lavoratori,  popolari ecc.
      Facciamo della manifestazione nazionale dei metalmeccanici dell’11 febbraio un’espressione concreta e organizzata del fronte unico anticapitalista!
      Compagni, lavoratori, il tempo delle illusioni è finito. I mali del capitalismo non sono curabili, andiamo verso aspri conflitti sociali. L’unica vera e duratura via di uscita dalla crisi del sistema capitalista passa per il suo rovesciamento e l’edificazione del socialismo.
      Di qui la necessità di costruire  il Partito comunista del proletariato d’Italia. Rompiamo con gli opportunisti, organizziamoci!
                                                                                 Piattaforma Comunista

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