giovedì 26 gennaio 2012

Discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona): sancita l'ovvietà nel Consiglio regionale lombardo.



Comunicato stampa
Cremona, 25 gennaio 2012

Discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona): sancita 
l'ovvietà nel Consiglio regionale lombardo. Come ripetiamo da tempo sulla 
discarica c'era già una pietra tombale.

La mozione approvata all'unanimità in Consiglio regionale il 24 gennaio 2012 
di sospensione dell'autorizzazione della discarica di amianto di Cappella 
Cantone non è un risultato straordinario, ma un atto ambiguo che fa comodo a 
tutti i politicanti di destra, di centro e di 'sinistra'.
La mozione presentata dal PD è stata modulata, riscritta e riadattata alle 
esigenze politiche della maggioranza di Formigoni (PdL) e Lega. Sospetto è 
appunto questo unanimismo forzato. Infatti non si è decisa la REVOCA definitiva 
dell'autorizzazione, ma la sospensione, così come richiesto dal leghista 
Belotti assessore regionale al Territorio. Da notare che la sospensione è una 
scelta logica e non straordinaria e conseguente al fatto che sono in corso 
indagini della Magistratura e che l'area è stata sottoposta a sequestro. 
Evidentemente il PD ha privilegiato la ricerca di un accordo fasullo ed inutile 
con la Lega, piuttosto che andare fino in fondo, chiedendo la revoca definitiva 
dell'AIA (autorizzazione integrata ambientale), mettendo in tal modo di 
fronte alle proprie responsabilità l'attuale maggioranza PdL-Lega. 
Ricordiamo che questa giunta regionale è coinvolta in una catena criminosa di 
scandali che sta mettendo in difficoltà la sua
coesione e la sua tenuta. 
La ricerca di un accordo a tutti i costi con la maggioranza ha, di fatto, 
gettato colpevolmente un salvagente a Formigoni e alla sua giunta che sta 
facendo acqua da tutte le parti e quanto accadrà prossimamente lo dimostrerà. 
L'approvazione di questa mozione in Consiglio regionale non costituisce né 
un passo avanti né un passo indietro, si è trattato semplicemente di un 
artificio politico per mantenere aperte soluzioni legate, ancora una volta, agli 
interessi dei cavatori, prescindendo dalla salute e dagli interessi dei 
cittadini. 
Il non avere insistito sulla revoca significa, di fatto, lasciare aperta una 
porta a coloro che in giunta e in consiglio vorrebbero ritentare l'avventura 
di una discarica sul territorio di Retorto o in luoghi limitrofi, una volta che 
la Magistratura avrà tolto il sequestro dell'area. Ma se qualcuno ha fatto 
questi calcoli meschini (e qualcuno che noi sappiamo li ha fatti) si sbaglia di 
grosso. Difatti, come noi diciamo da tempo, la discarica non si è fatta e non si 
farà perché l'area presenta falde acquifere affioranti, è in prossimità di 
centri abitati, è limitrofa a territori agricoli ed è vicina ad un'altra 
discarica. Tutte queste valutazioni sono depositate al Parlamento Europeo nella 
petizione supportata da migliaia di cittadini del cremonese e non solo. La 
discarica non si farà perché tutta la procedura autorizzativa è stata inficiata 
da vizi di forma e di sostanza, così come noi sosteniamo nel nostro dossier, nel 
nostro esposto alla
Magistratura e che gli inquirenti stanno disvelando.
Facciamo presente che un'eventuale concertazione fra Regione, Provincia di 
Cremona e Comuni (ammesso che si realizzi) non potrà essere fatta senza il 
coinvolgimento dei cittadini e soprattutto dovrà tener conto della pericolosità 
delle discariche, dei pericoli di infiltrazione mafiosa e dell'esistenza di 
metodi alternativi di smaltimento dell'amianto.
In questo momento l'unica cosa che bisogna chiedere, come noi abbiamo 
chiesto, è la moratoria di tutte le discariche di amianto alla luce di quanto 
accaduto a Cappella Cantone.
In discussione e sotto inchiesta è tutto il sistema di procedure autorizzative e 
controlli ambientali, perché la dirigenza dell'ARPA, checché ne dica 
Formigoni, non è stata estranea a quanto accaduto a Cappella Cantone e non solo. 
Non basta la rimozione di un dirigente per sanare tutte le irregolarità e 
omissioni avvenute e per garantire che non avvengano. Il problema non è solo 
quello di stabilire se la Locatelli portava in Regione dei dati falsati. Il 
problema è a monte: gli uffici regionali e l'ARPA hanno accettato, a iter 
già iniziato, di cambiare le regole del monitoraggio, accettando le proposte di 
Locatelli che “prometteva” di aggiungere metri 1,40 di materiale isolante (o 
simil isolante...!). C'é da mettersi le mani nei capelli alla luce di quanto 
trovato sotto i cantieri delle Brebemi.
Ricordiamo anche che le indagini della Magistratura sono importanti e decisive, 
ma che se non ci fossero stati quattro anni di lotta coerente, determinata e 
costante di alcuni cittadini, nel silenzio assordante di quasi tutti i politici 
e istituzioni, questa battaglia non sarebbe stata vinta e forse non ci sarebbero 
state neppure le indagini per corruzione. 

Mariella Megna
Giorgio Riboldi
Cittadini contro l'amianto

Cittadini contro l'amianto 
nodiscaricadiamianto@yahoo.it  

Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis

Ultimo numero:

ViceVersa n.35

Post più popolari