Quanto detto e proposto da Landini a Cervia andrà approfondito nelle prossime settimane.
Per il momento credo vada salutato positivamente il rifiuto della maggioranza FIOM di seguire la deriva "antagonista" di Cremaschi che incita alla "disobbedienza" per quanto riguarda l'accordo del 28 giugno e l'uscita unitaria della piattaforma per il rinnovo del CCNL metalmeccanico.
Landini nella sua relazione ha bocciato ogni legame tra l'accordo del 28 giugno, che pur critica per non tutelare dagli accordi separati (condivisibile ma il 28 giugno si è parlato di contrattazione aziendale e l'unico modo per evitare gli accordi separati è una legge sulla rappresentanza nessun accordo tra le parti sociali può essere suffciente) e l'articolo 8. L'unico nesso che individua è quello tra l'accordo separato FIAT e articolo 8:
"se non vogliamo raccontarci delle balle, l'articolo 8 esiste perché esistono gli accordi della Fiat e perché la Fiat ha chiesto da un anno di fare una legge che vada in quella direzione"
In molti dentro la CGIL lo diciamo da tempo, speriamo che Landini abbia maggior ascolto tra gli scettici...
Condivisibile anche il ragionamento su FIM e UILM che devono ascoltare una base sempre più critica rispetto alle scelte fatte da questi sindacati e la mano tesa alle controparti per avviare un confronto a tutto tondo sulle politiche industriali salvaguardando i diritti e il lavoro.
Sulle deroghe ha affrontato la questione in modo pragmatico e devo dire che quella espressa è una posizione in cui credo sia d'accordo tutta la CGIL (tranne forse la Rete 28 aprile) quando dice:
"Un contratto derogabile vuol dire che prevede delle "clausole di uscita" e cioè che a livello aziendale o territoriale si può derogare e peggiorare. Altra cosa è pensare che io ho un contratto
nazionale con diritti e regole che non sono modificabili da nessuna parte e posso decidere che ci sono temi o materie che hanno anche dei rimandi alla contrattazione aziendale perché quello è il luogo per definire in modo più preciso di cogliere le specificità che in quel settore e in quella azienda possono esserci, ma questa è un'altra cosa, è la pratica che in questi anni ha determinato la capacità di affrontare molte situazioni."
Resto dubbioso sulla proposta di blocco degli scioperi in caso di aperture di trattative. In altri contesti lo riterrei un cedimento grave, ma certo la FIOM conosce bene la realtà di fabbrica e se mette sul tavolo un simile carico avrà le sue buone ragioni. Certo chi ha detto che la CGIL tradiva i lavoratori e minava il diritto di sciopero perchè si impegnava a non scioperare contro accordi firmati dalla CGIL stessa, sarà sgomento nel sapere che la FIOM fa un passo ancora più avanti e propone di mettere nel contratto nazionale norme che impediscono di scioperare anche solo in caso di trattative aperte:
"Se avviene che un'azienda accetta che prima di cambiare modello organizzativo, prima di fare un investimento coinvolge in un confronto preventivo l'organizzazione sindacale e la Rsu, mette nelle condizioni il lavoratore di dire quello che pensa e di avanzare una proposta anche se poi non è detto che fai un accordo e se la azienda si impegna a dire che finché non è finita questa procedura di confronto azioni unilaterali non se ne mettono in campo e quindi non si modificano i tempi, non si modificano i carichi, non credo di dire una cosa che non sta in piedi se dico che di fronte a una sistema di relazioni di questo genere potrebbe aver senso dire che allora il contratto nazionale dà la possibilità che a livello aziendale definisci delle procedure e dei tempi dove le parti sono entrambe impegnate a non fare atti unilaterali fino a quando ci si confronta e si discute e poi eventualmente si trovano delle soluzioni"
Trovo invece sbagliata e rischiosa, ma questa è una prima impressione va capito bene cosa si vuol intendere, l'apertura ad una sorta "Welfare aziendale" che rischia di minare la natura universale di servizi come la sanità.
Molte altre cose si possono dire ma la cosa che più preme ai lavoratori credo sia sapere che non è in discussione l'unità della CGIL.
Credo vada ascoltato e ripreso Landini quando dice:
Io credo che sia utile che ci confrontiamo, visto che ci sono anche dei punti di vista diversi su alcuni argomenti, ma eviterei di fare diventare la notizia di oggi non che siamo riuniti a discutere per fare una piattaforma comune e sostenuta ma il fatto che ci sono varie contestazioni tra di noi. Lo dico per responsabilità e mi permetto di dire con molta chiarezza – ve lo dice uno che non ha mai rinunciato a dire quello che pensa e l'ha imparato stando in Cgil – che considero che ci siano dei momenti in cui è necessario assumersi la responsabilità di mandare un segnale esterno molto
preciso e vorrei che fosse chiaro il punto che non solo la Cgil è casa nostra ma che allo stesso tempo è necessaria una discussione e una battaglia importante perché la riconquista del contratto nazionale non è solo una conquista dei metalmeccanici. Se si riconquista il contratto nazionale, senza deroghe e con passi avanti sulla democrazia, certo stiamo facendo il nostro mestiere per tentare di dare ai metalmeccanici qualcosa in più, ma se facciamo una cosa di questo tipo e se lo facciamo con la Cgil stiamo facendo una cosa per i lavoratori di questo paese e per lo scontro che è aperto in questo paese.
Gianluca Lacoppola
(delegato Filcams-CGIL e membro del Direttivo della Camera del Lavoro di Firenze)
Per il momento credo vada salutato positivamente il rifiuto della maggioranza FIOM di seguire la deriva "antagonista" di Cremaschi che incita alla "disobbedienza" per quanto riguarda l'accordo del 28 giugno e l'uscita unitaria della piattaforma per il rinnovo del CCNL metalmeccanico.
Landini nella sua relazione ha bocciato ogni legame tra l'accordo del 28 giugno, che pur critica per non tutelare dagli accordi separati (condivisibile ma il 28 giugno si è parlato di contrattazione aziendale e l'unico modo per evitare gli accordi separati è una legge sulla rappresentanza nessun accordo tra le parti sociali può essere suffciente) e l'articolo 8. L'unico nesso che individua è quello tra l'accordo separato FIAT e articolo 8:
"se non vogliamo raccontarci delle balle, l'articolo 8 esiste perché esistono gli accordi della Fiat e perché la Fiat ha chiesto da un anno di fare una legge che vada in quella direzione"
In molti dentro la CGIL lo diciamo da tempo, speriamo che Landini abbia maggior ascolto tra gli scettici...
Condivisibile anche il ragionamento su FIM e UILM che devono ascoltare una base sempre più critica rispetto alle scelte fatte da questi sindacati e la mano tesa alle controparti per avviare un confronto a tutto tondo sulle politiche industriali salvaguardando i diritti e il lavoro.
Sulle deroghe ha affrontato la questione in modo pragmatico e devo dire che quella espressa è una posizione in cui credo sia d'accordo tutta la CGIL (tranne forse la Rete 28 aprile) quando dice:
"Un contratto derogabile vuol dire che prevede delle "clausole di uscita" e cioè che a livello aziendale o territoriale si può derogare e peggiorare. Altra cosa è pensare che io ho un contratto
nazionale con diritti e regole che non sono modificabili da nessuna parte e posso decidere che ci sono temi o materie che hanno anche dei rimandi alla contrattazione aziendale perché quello è il luogo per definire in modo più preciso di cogliere le specificità che in quel settore e in quella azienda possono esserci, ma questa è un'altra cosa, è la pratica che in questi anni ha determinato la capacità di affrontare molte situazioni."
Resto dubbioso sulla proposta di blocco degli scioperi in caso di aperture di trattative. In altri contesti lo riterrei un cedimento grave, ma certo la FIOM conosce bene la realtà di fabbrica e se mette sul tavolo un simile carico avrà le sue buone ragioni. Certo chi ha detto che la CGIL tradiva i lavoratori e minava il diritto di sciopero perchè si impegnava a non scioperare contro accordi firmati dalla CGIL stessa, sarà sgomento nel sapere che la FIOM fa un passo ancora più avanti e propone di mettere nel contratto nazionale norme che impediscono di scioperare anche solo in caso di trattative aperte:
"Se avviene che un'azienda accetta che prima di cambiare modello organizzativo, prima di fare un investimento coinvolge in un confronto preventivo l'organizzazione sindacale e la Rsu, mette nelle condizioni il lavoratore di dire quello che pensa e di avanzare una proposta anche se poi non è detto che fai un accordo e se la azienda si impegna a dire che finché non è finita questa procedura di confronto azioni unilaterali non se ne mettono in campo e quindi non si modificano i tempi, non si modificano i carichi, non credo di dire una cosa che non sta in piedi se dico che di fronte a una sistema di relazioni di questo genere potrebbe aver senso dire che allora il contratto nazionale dà la possibilità che a livello aziendale definisci delle procedure e dei tempi dove le parti sono entrambe impegnate a non fare atti unilaterali fino a quando ci si confronta e si discute e poi eventualmente si trovano delle soluzioni"
Trovo invece sbagliata e rischiosa, ma questa è una prima impressione va capito bene cosa si vuol intendere, l'apertura ad una sorta "Welfare aziendale" che rischia di minare la natura universale di servizi come la sanità.
Molte altre cose si possono dire ma la cosa che più preme ai lavoratori credo sia sapere che non è in discussione l'unità della CGIL.
Credo vada ascoltato e ripreso Landini quando dice:
Io credo che sia utile che ci confrontiamo, visto che ci sono anche dei punti di vista diversi su alcuni argomenti, ma eviterei di fare diventare la notizia di oggi non che siamo riuniti a discutere per fare una piattaforma comune e sostenuta ma il fatto che ci sono varie contestazioni tra di noi. Lo dico per responsabilità e mi permetto di dire con molta chiarezza – ve lo dice uno che non ha mai rinunciato a dire quello che pensa e l'ha imparato stando in Cgil – che considero che ci siano dei momenti in cui è necessario assumersi la responsabilità di mandare un segnale esterno molto
preciso e vorrei che fosse chiaro il punto che non solo la Cgil è casa nostra ma che allo stesso tempo è necessaria una discussione e una battaglia importante perché la riconquista del contratto nazionale non è solo una conquista dei metalmeccanici. Se si riconquista il contratto nazionale, senza deroghe e con passi avanti sulla democrazia, certo stiamo facendo il nostro mestiere per tentare di dare ai metalmeccanici qualcosa in più, ma se facciamo una cosa di questo tipo e se lo facciamo con la Cgil stiamo facendo una cosa per i lavoratori di questo paese e per lo scontro che è aperto in questo paese.
Gianluca Lacoppola
(delegato Filcams-CGIL e membro del Direttivo della Camera del Lavoro di Firenze)
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