martedì 24 aprile 2012

25 Aprile, 1° Maggio. Costituzione


L'Articolo 1 della nostra Costituzione testualmente recita: 


L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
        In queste poche parole è racchiuso il pensiero e l'azione di quei valorosi che hanno sacrificato le loro vite per poterci garantire un'esistenza dignitosa e libera.

        Quei valorosi, sarebbe inutile dirlo, erano e sono i Partigiani che hanno dato vita alla Resistenza.  
Molti di loro erano, non a caso, anche comunisti ed erano a nostro avviso la parte più avanzata politicamente, socialmente e culturalmente. E'  soprattutto grazie ad essi se la nostra Costituzione, pur iscrivendosi in un contesto geopolitico definito a Yalta, e che avrebbe visto l'Italia assegnata al blocco occidentale (e capitalista...), sia una delle Carte più avanzate al mondo in termini di garanzie e diritti per tutte le classi sociali.

        Due date, indubbiamente, esprimono al più alto livello quei valori poi trasposti in articolato Costituzionale: il 25 Aprile ed il 1 Maggio!Entrambe, infatti, vedono come soggetti protagonisti e centrali del nostro "contratto sociale"  i LAVORATORI.
         Ovunque si festeggino e a chiunque organizzi queste due date è dunque indirizzato questo affettuoso saluto.

  

        Purtroppo, ahinoi, non bastano i festeggiamenti rituali se non sono accompagnati da riflessioni critiche. Occorre anzi prendere atto del progressivo e continuo tradimento dei valori Costituzionali. 
Un tradimento, ed ora un'aperta abiura, di quei valori che si declina con una forzata riscrittura (come, ad esempio, l'art. 81, relativo al "pareggio di bilancio") che il Partito Unico oggi in Parlamento - un Cerbero con le tre teste di PD-PDL-UDC - esegue sotto la dettatura dell'aristocrazia finanziaria mondiale.

        ...ma non solo in quell'articolo c'è lo stravolgimento della nostra Costituzione. Nell'abolizione di alcuni diritti elementari, come il diritto allo studio, si cela, anzi, si PALESA, un disegno di regressione che ci induce a parlare di un moderno medioevo sociale.  
        Entro breve non potremo nemmeno più parlare di  "lotta di classe"  (con evidente soddisfazione di quegli stolti che la spacciano come finita da un pezzo, ed invece mai così attuale...), parleremo piuttosto di "caste", e non saranno solo quelle parlamentari ed affiliate...

        Di seguito si è ritenuto dunque opportuno evidenziare un'iniziativa che pone al centro, appunto, il diritto allo studio e le manovre che l'ineffabile Governo dei Professori (tecnici) pone in opposizione ad esso.              Alla luce della lettura dell'Articolo 3 della Costituzione (riportato anche dallo stesso comunicato), e tanto più alla vigilia di due date così cariche di significato, vi invitiamo ad aderire all'iniziativa qui perorata.  Soprattutto per i lavoratori della Scuola e dell'Università, a cui in massima parte ci si rivolge, ci sembra proprio il minimo che si possa fare... 

Buon 25 Aprile!
Buon 1 Maggio!
W la Resistenza!
W il movimento dei Lavoratori!
Un saluto.                     p. Proletaria Vox - Virginio Pilò

No al mercato delle lauree false o fai-da-te!
Difendi anche tu il valore legale del titolo di studio!

Partecipa al controsondaggio promosso
dall'assemblea Nazionale per un'Università Bene Comune
e dalla Convenzione Nazionale della Scuola Bene Comune
http://www.di.unito.it/valorelegale
         Contro-sondaggio aperto a tutti i cittadini/e sul valore legale del titolo di studio: le Assemblee nazionali Università bene comune e Scuola bene comune insieme per smascherare gli espedienti ingannevoli sottesi al questionario proposto dal ministro Profumo sul sito del MIUR
        Da alcune settimane il sito del Miur ospita un questionario sul valore legale del titolo di studio, organizzato in modo tale che appare realizzato pregiudizialmente al fine di ottenere un risultato scontato: "Sì all'abolizione del valore legale del titolo di studio". 
         L'Assemblea nazionale per un'Università-bene-comune e la Convenzione nazionale della Scuola-bene-comune hanno pertanto deciso di proporre un loro questionario che risulti viceversa trasparente e senza secondi fini, esponendo esplicitamente gli argomenti sia di chi è favore sia di chi è contrario all'abolizione.

        Attraverso l'iniziativa si vuole offrire ad ogni cittadina/o della Repubblica la possibilità di esprimersi in modo diretto su un tema che riguarda il futuro del nostro paese e la qualità della nostra democrazia: garantire o non garantire uguaglianza di opportunità nella formazione scolastica e universitaria alle nuove generazioni?

        Da parte loro le Assemblee organizzatrici si sono già espresse negativamente rispetto all'abolizione del valore legale del titolo di studio. La mossa del MIUR appare infatti rientrare nei piani del processo di privatizzazione dell'istruzione pubblica già in atto, come emerge dal complessivo definanziamento di scuola e università; dall’adozione di sistemi di valutazione punitivi; dal sostanziale azzeramento del fondo per il diritto allo studio; dal blocco del turn-over; dalla chiamata diretta degli insegnanti, dai contributi "volontari" delle famiglie per l’ordinario funzionamento delle scuole, e dall'aumento vertiginoso delle tasse universitarie.

        Il risultato della cancellazione del valore legale del titolo di studio, in un paese come l'Italia, porterebbe inoltre in pochi anni a classificare i diplomati e i laureati solo in base alla scuola o all'ateneo di provenienza, e non alle reali qualità individuali. Verrebbe a realizzarsi così una divisione fra chi potrà permettersi scuole e università di serie A e chi non potrà per ragioni economiche, un ritorno a un passato che pensavamo ormai superato, quando i figli dei dottori facevano i dottori e i figli degli operai gli operai. 
        La parola dunque ai cittadini/e ricordando sempre e con ammirazione l'articolo 3 della nostra Costituzione nel suo secondo comma, che sintetizza l’agire e l’essere del nostro impegno civile: 
        "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Assemblea nazionale per un'Università-bene-comune
Convenzione nazionale della Scuola-bene-comune
Per rispondere al questionario:
 http://www.di.unito.it/valorelegale 
Inizio del controsondaggio 17 aprile 2012, conclusione 15 maggio 2012

Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis

Ultimo numero:

ViceVersa n.35

Post più popolari