La Lega Internazionale dei Lavoratori (Lit) compie trent'anni
Trent’anni di lotte
per la rivoluzione socialista
Un anniversario per preparare le lotte di oggi
di Valerio Torre
In occasione dei trent’anni dalla sua fondazione (11 gennaio 1982) la Lega Internazionale dei Lavoratori – Quarta Internazionale (Lit-Qi) ha lanciato una campagna che si sta sviluppando e si svilupperà lungo tutto il 2012, per raggiungere poi il suo culmine con la manifestazione internazionale che si terrà l’ultima settimana del prossimo mese di ottobre a Buenos Aires, in Argentina. La scelta di questo Paese per celebrare l’avvenimento ha un preciso significato politico, dal momento che qui venne alla luce la corrente antesignana di quella che sarebbe poi stata la Lit e perché sempre in Argentina, dopo la caduta della dittatura, sorse il Mas (Movimiento al Socialismo), che, partecipando alle lotte del movimento di massa, si trasformò nel partito più forte della sinistra, con radicamento nelle principali fabbriche e quartieri operai, con proprie liste di opposizione alla burocrazia nei principali sindacati, e che ottenne il primo deputato trotskista nella storia argentina, giungendo a dirigere una manifestazione di opposizione al governo di 100.000 persone.
Dunque, la storia di questi ultimi trent’anni – una storia che poggia sui solidi pilastri del programma trotskista ortodosso e del regime leninista del centralismo democratico – affonda le sue radici in un’epoca precedente, e precisamente gli inizi degli anni Quaranta: fu in quel periodo, infatti, che Nahuel Moreno, colui che sarebbe poi diventato il fondatore e il principale dirigente della Lit, insieme a un piccolo gruppo di giovani provenienti da famiglie operaie, condividendo il programma del trotskismo come legittima continuità del marxismo rivoluzionario, fondò il Gom (Grupo Obrero Marxista).
Quest’atto di nascita significò, per il giovane Moreno e per i rivoluzionari raccoltisi intorno a lui, la rottura con la tradizione piccolo-borghese, intellettuale e contemplativa del trotskismo argentino di quel periodo. Il neonato movimento, infatti, si costruì sin da subito intorno ai pilastri dell’internazionalismo, della democrazia operaia e della mobilitazione permanente. In questo senso, Moreno era, per così dire, “ossessionato” dall’idea che solo inserendosi organicamente nella classe operaia e nel vivo delle lotte sarebbe stato possibile edificare un partito rivoluzionario con una solida direzione. Ma – e questa era l’altra sua grande “ossessione”, quella che portò avanti fino alla morte e grazie alla quale oggi esiste la Lit – nessun progetto poteva essere sviluppato sul solo piano nazionale, perché non ci sarà mai nessuna soluzione per la classe lavoratrice e per la rivoluzione socialista se non sul piano internazionale, costruendo il partito come parte di un’organizzazione rivoluzionaria internazionale.
Fu per questa ragione che la corrente morenista si sviluppò da subito come parte della Quarta Internazionale da poco rimasta orfana di Trotsky, assassinato nell’agosto del 1940 da un sicario stalinista.
La morte di Trotsky (e l'eliminazione fisica da parte di stalinisti e nazisti di una buona parte del gruppo dirigente trotskista) aveva da subito segnato un vuoto di direzione e che rappresenta la principale spiegazione soggettiva delle crisi e delle successive divisioni nella Quarta: la debolezza e l’inesperienza delle direzioni che gli successero portarono l’Internazionale a cadere sia in deviazioni settarie che opportuniste, capitolando addirittura agli apparati controrivoluzionari della burocrazia staliniana, fino al revisionismo più completo dei giorni nostri di ampia parte dei settori che discendono da quella origine: basti pensare che da quando si determinò la rottura di Moreno e dei suoi con l’Internazionale, il cosiddetto Segretariato Unificato, che continua ancor oggi ad usurpare il nome della Quarta, ha approfondito sempre più il proprio corso revisionista e capitolazionista, fino a rinnegare esplicitamente negli ultimi anni persino i concetti cardine del marxismo rivoluzionario, come quello di dittatura del proletariato, oppure fino a fare appello alla costruzione di partiti “anticapitalisti” in cui possano riunirsi i rivoluzionari con i “riformisti onesti”. In Italia, questa tendenza è rappresentata oggi da Sinistra Critica .
Dunque, la storia di questi ultimi trent’anni – una storia che poggia sui solidi pilastri del programma trotskista ortodosso e del regime leninista del centralismo democratico – affonda le sue radici in un’epoca precedente, e precisamente gli inizi degli anni Quaranta: fu in quel periodo, infatti, che Nahuel Moreno, colui che sarebbe poi diventato il fondatore e il principale dirigente della Lit, insieme a un piccolo gruppo di giovani provenienti da famiglie operaie, condividendo il programma del trotskismo come legittima continuità del marxismo rivoluzionario, fondò il Gom (Grupo Obrero Marxista).
Quest’atto di nascita significò, per il giovane Moreno e per i rivoluzionari raccoltisi intorno a lui, la rottura con la tradizione piccolo-borghese, intellettuale e contemplativa del trotskismo argentino di quel periodo. Il neonato movimento, infatti, si costruì sin da subito intorno ai pilastri dell’internazionalismo, della democrazia operaia e della mobilitazione permanente. In questo senso, Moreno era, per così dire, “ossessionato” dall’idea che solo inserendosi organicamente nella classe operaia e nel vivo delle lotte sarebbe stato possibile edificare un partito rivoluzionario con una solida direzione. Ma – e questa era l’altra sua grande “ossessione”, quella che portò avanti fino alla morte e grazie alla quale oggi esiste la Lit – nessun progetto poteva essere sviluppato sul solo piano nazionale, perché non ci sarà mai nessuna soluzione per la classe lavoratrice e per la rivoluzione socialista se non sul piano internazionale, costruendo il partito come parte di un’organizzazione rivoluzionaria internazionale.
Fu per questa ragione che la corrente morenista si sviluppò da subito come parte della Quarta Internazionale da poco rimasta orfana di Trotsky, assassinato nell’agosto del 1940 da un sicario stalinista.
La morte di Trotsky (e l'eliminazione fisica da parte di stalinisti e nazisti di una buona parte del gruppo dirigente trotskista) aveva da subito segnato un vuoto di direzione e che rappresenta la principale spiegazione soggettiva delle crisi e delle successive divisioni nella Quarta: la debolezza e l’inesperienza delle direzioni che gli successero portarono l’Internazionale a cadere sia in deviazioni settarie che opportuniste, capitolando addirittura agli apparati controrivoluzionari della burocrazia staliniana, fino al revisionismo più completo dei giorni nostri di ampia parte dei settori che discendono da quella origine: basti pensare che da quando si determinò la rottura di Moreno e dei suoi con l’Internazionale, il cosiddetto Segretariato Unificato, che continua ancor oggi ad usurpare il nome della Quarta, ha approfondito sempre più il proprio corso revisionista e capitolazionista, fino a rinnegare esplicitamente negli ultimi anni persino i concetti cardine del marxismo rivoluzionario, come quello di dittatura del proletariato, oppure fino a fare appello alla costruzione di partiti “anticapitalisti” in cui possano riunirsi i rivoluzionari con i “riformisti onesti”. In Italia, questa tendenza è rappresentata oggi da Sinistra Critica .
Alle origini del morenismo
Ma torniamo per il momento alle vicende dello sviluppo del progetto di Moreno. Il Gom ebbe vita fino al 1948, quando si trasformò in Por (Partido Obrero Revolucionario). Quindi, nel 1965, i militanti di Palabra Obrera (denominazione che l’organizzazione aveva assunto dal nome del periodico all’epoca pubblicato) fondarono il Prt (Partido Revolucionario de los Trabajadores), insieme a quelli provenienti dal Frente Revolucionario Indoamericano y Popular (Frip) di Mario Roberto Santucho (1). Nel 1972, un accordo con settori provenienti dal partito socialista portò alla nascita del Pst (Partido Socialista de los Trabajadores), che arrivò ad avere, prima del golpe militare del 1976, circa 3.000 militanti inseriti nella classe operaia e fra i giovani, svolgendo poi un ruolo eroico durante la dittatura, caduta la quale venne infine fondato il Mas.
Tuttavia, Moreno, fuori del panorama argentino, svolse una frenetica attività di formazione, in altri Paesi, di quadri di direzione e militanti operai, contadini e studenteschi, in una permanente battaglia di costruzione di organizzazioni rivoluzionarie.
Ma torniamo per il momento alle vicende dello sviluppo del progetto di Moreno. Il Gom ebbe vita fino al 1948, quando si trasformò in Por (Partido Obrero Revolucionario). Quindi, nel 1965, i militanti di Palabra Obrera (denominazione che l’organizzazione aveva assunto dal nome del periodico all’epoca pubblicato) fondarono il Prt (Partido Revolucionario de los Trabajadores), insieme a quelli provenienti dal Frente Revolucionario Indoamericano y Popular (Frip) di Mario Roberto Santucho (1). Nel 1972, un accordo con settori provenienti dal partito socialista portò alla nascita del Pst (Partido Socialista de los Trabajadores), che arrivò ad avere, prima del golpe militare del 1976, circa 3.000 militanti inseriti nella classe operaia e fra i giovani, svolgendo poi un ruolo eroico durante la dittatura, caduta la quale venne infine fondato il Mas.
Tuttavia, Moreno, fuori del panorama argentino, svolse una frenetica attività di formazione, in altri Paesi, di quadri di direzione e militanti operai, contadini e studenteschi, in una permanente battaglia di costruzione di organizzazioni rivoluzionarie.
Fu così, ad esempio, che, nei primi anni ’60, nacque in Perù il Fir (Frente de Izquierda Revolucionaria), grazie all’opera di Hugo Blanco, uno studente peruviano guadagnato in Argentina a Palabra Obrera. Hugo venne inviato da Moreno in Perù per partecipare al processo rivoluzionario della zona di Cuzco e organizzare sindacati, dirigendo la lotta dei contadini per la riforma agraria. Dal Fir trae origine l’attuale sezione peruviana della Lit, il Pst (Partido Socialista de los Trabajadores).
Allo stesso modo, un piccolo gruppo di giovani brasiliani esiliati in Cile entrò in contatto, nel 1974, con la corrente morenista. Rientrati nel Paese d’origine, quei quadri costruirono in poco tempo un’organizzazione di 800 militanti denominata Convergencia Socialista che ebbe un ruolo di primo piano nella fondazione del Pt (oggi, il partito di Lula) e della Cut (il più grande sindacato brasiliano, oggi completamente burocratizzato) e da cui ha poi avuto origine l’attuale Pstu.
Nel 1974, grazie all’invio di quadri in Portogallo nel vivo della rivoluzione del 25 Aprile, venne guadagnato un gruppo di giovani studenti disposti a costruire un partito rivoluzionario. L'eredità di questo processo possiamo misurarla oggi, alla luce della nascita proprio in queste settimane della nuova sezione portoghese della Lit, il Mas (Movimento Alternativa Socialista).
In Colombia si produsse un’importante convergenza con un gruppo centrista, il Bloque Socialista, che portò, in un Paese in cui non v’era tradizione trotskista, alla nascita del Pst (Partido Socialista de los Trabajadores), che ancor oggi costituisce la sezione colombiana della Lit. Giova rimarcare due cose: che il Pst nacque come parte della corrente internazionale fondata e diretta da Moreno, la Frazione Bolscevica (Fb) della Quarta Internazionale, di cui parleremo più avanti; e che svolse un ruolo importante nella costruzione di una direzione rivoluzionaria internazionale.
Ma, al di là di questi Paesi, la frenetica attività politica svolta da Moreno e dagli altri dirigenti consentì la nascita di organizzazioni in Bolivia, Cile, Ecuador, Costarica e Panama.
Nel 1974, grazie all’invio di quadri in Portogallo nel vivo della rivoluzione del 25 Aprile, venne guadagnato un gruppo di giovani studenti disposti a costruire un partito rivoluzionario. L'eredità di questo processo possiamo misurarla oggi, alla luce della nascita proprio in queste settimane della nuova sezione portoghese della Lit, il Mas (Movimento Alternativa Socialista).
In Colombia si produsse un’importante convergenza con un gruppo centrista, il Bloque Socialista, che portò, in un Paese in cui non v’era tradizione trotskista, alla nascita del Pst (Partido Socialista de los Trabajadores), che ancor oggi costituisce la sezione colombiana della Lit. Giova rimarcare due cose: che il Pst nacque come parte della corrente internazionale fondata e diretta da Moreno, la Frazione Bolscevica (Fb) della Quarta Internazionale, di cui parleremo più avanti; e che svolse un ruolo importante nella costruzione di una direzione rivoluzionaria internazionale.
Ma, al di là di questi Paesi, la frenetica attività politica svolta da Moreno e dagli altri dirigenti consentì la nascita di organizzazioni in Bolivia, Cile, Ecuador, Costarica e Panama.
La battaglia per l’Internazionale rivoluzionariaPer tutta la durata della sua militanza all’interno della Quarta Internazionale, Moreno, insieme alla corrente che dirigeva, ingaggiò una strenua battaglia contro le deviazioni teoriche e politiche della direzione pablista prima (2) e mandelista poi (3) che sfociarono in un vero e proprio capitolazionismo rispetto ai principi del marxismo rivoluzionario. Un esempio di questa politica errata fu la tattica dell’entrismo sui generis, con cui la direzione di Pablo impose con metodi amministrativi che tutte le sezioni della Quarta entrassero nei partiti stalinisti per favorirne una sperata (e mai verificata) evoluzione a sinistra di parti significative. Ciò implicava la negazione di uno dei principi basilari del trotskismo, cioè il carattere irrimediabilmente controrivoluzionario degli apparati burocratici che controllavano il movimento di massa e la necessità di costruire partiti trotskisti indipendenti in ogni Paese (usando al più l'entrismo solo come tattica di breve periodo, volta a guadagnare quadri e a rompere politicamente le organizzazioni riformiste o centriste).
L’applicazione di quel tipo di entrismo (detto sui generis appunto perché opposto a quello teorizzato da Trotsky) portò alla quasi completa distruzione della Quarta e alla scomparsa del trotskismo in Europa per molti anni. Ma – e ciò costituì motivo di forte polemica da parte di Moreno con la direzione dell’Internazionale – portò anche alla sconfitta della rivoluzione boliviana, un processo che avrebbe potuto cambiare la storia del continente latinoamericano.
L’applicazione di quel tipo di entrismo (detto sui generis appunto perché opposto a quello teorizzato da Trotsky) portò alla quasi completa distruzione della Quarta e alla scomparsa del trotskismo in Europa per molti anni. Ma – e ciò costituì motivo di forte polemica da parte di Moreno con la direzione dell’Internazionale – portò anche alla sconfitta della rivoluzione boliviana, un processo che avrebbe potuto cambiare la storia del continente latinoamericano.
Nel 1952, in Bolivia si sviluppò una rivoluzione praticamente diretta dai trotskisti che avevano di fatto già quasi preso il potere alla testa delle masse che avevano distrutto l’esercito borghese, creato milizie popolari armate e un organismo di potere duale, la Cob (Central Obrera Boliviana). Tuttavia, il Segretariato della Quarta diretto da Pablo, non agitò la politica della presa del potere da parte della Cob, come Moreno suggeriva; ma, al contrario, impose al partito boliviano, il Por, di dare il suo appoggio critico al governo borghese insediatosi. Senza un chiaro indirizzo rivoluzionario, il movimento di massa venne disarmato e smobilitato e il processo rivoluzionario in poco tempo abortì. Nahuel Moreno così definì la vicenda: “(...) in Bolivia si verificò la più grande, perfetta e classica rivoluzione operaia del secolo, con una forte influenza della nostra Internazionale. E qui si espresse, nella sua forma più chiara, il terribile pericolo che portava con sé la ‘strategia’ dell’entrismo sui generis” (4).
Si consumò quindi una rottura nella Quarta Internazionale, che dal 1953 al 1963 restò divisa fra una corrente che difendeva i principi del trotskismo conseguente e un’altra che praticava il revisionismo pablista. Una rottura che fu sanata dalla comune caratterizzazione della rivoluzione cubana e che portò alla riunificazione nel Segretariato Unificato. Ma un’altra deviazione, non meno pericolosa dell’entrismo sui generis e contro cui pure Moreno combatté una lotta senza quartiere, venne occasionata da una lettura impressionista da parte della direzione mandelista: fu la capitolazione al castrismo e al guerriglierismo guevarista (5) che portò al disastro e allo sterminio fisico di un’intera generazione di rivoluzionari latinoamericani. Intorno alle posizioni di Moreno si raggrupparono diversi settori del Segretariato Unificato: da ciò nacque la Frazione Bolscevica, progenitrice dell’attuale Lit.
Nel 1979, si consumò la definitiva rottura con il Su. Il teatro fu la rivoluzione sandinista in Nicaragua. Moreno e il Pst colombiano sostennero, sull’esempio delle brigate internazionali della guerra civile spagnola, la formazione di una brigata di combattenti trotskisti – la Brigata Simón Bolivar – che prese parte al processo rivoluzionario coprendosi di onore. Il Segretariato Unificato fu complice dell’arresto e della tortura della colonna di trotskisti latinoamericani che formavano la Brigata, la cui colpa stava nel volere che la rivoluzione fosse spinta oltre avanzando verso il socialismo, cosa che si scontrava oggettivamente con i piani dei sandinisti, sostenuti espressamente da Fidel Castro, di conciliazione con la borghesia nazionale. Il Segretariato, fedele alla sua teorizzazione dell’appoggio “critico” ai partiti borghesi progressisti, sconfessò l’operato politico dei trotskisti della Brigata denunciandoli di fronte al governo sandinista e rendendosi così complice della loro successiva espulsione dal Paese da cui vennero consegnati alla polizia panamense che li torturò prima di rilasciarli.
In questo caso, la capitolazione del Segretariato Unificato al castrismo e al sandinismo si risolse nella violazione dei più elementari principi della morale rivoluzionaria, concretatasi nell’abbandono di compagni rivoluzionari nelle mani della polizia borghese. E tale condotta non poteva rimanere senza conseguenze: non poteva più, cioè, essere condivisa la comune militanza con chi si rendeva complice di tali aberrazioni.
Si consumò quindi una rottura nella Quarta Internazionale, che dal 1953 al 1963 restò divisa fra una corrente che difendeva i principi del trotskismo conseguente e un’altra che praticava il revisionismo pablista. Una rottura che fu sanata dalla comune caratterizzazione della rivoluzione cubana e che portò alla riunificazione nel Segretariato Unificato. Ma un’altra deviazione, non meno pericolosa dell’entrismo sui generis e contro cui pure Moreno combatté una lotta senza quartiere, venne occasionata da una lettura impressionista da parte della direzione mandelista: fu la capitolazione al castrismo e al guerriglierismo guevarista (5) che portò al disastro e allo sterminio fisico di un’intera generazione di rivoluzionari latinoamericani. Intorno alle posizioni di Moreno si raggrupparono diversi settori del Segretariato Unificato: da ciò nacque la Frazione Bolscevica, progenitrice dell’attuale Lit.
Nel 1979, si consumò la definitiva rottura con il Su. Il teatro fu la rivoluzione sandinista in Nicaragua. Moreno e il Pst colombiano sostennero, sull’esempio delle brigate internazionali della guerra civile spagnola, la formazione di una brigata di combattenti trotskisti – la Brigata Simón Bolivar – che prese parte al processo rivoluzionario coprendosi di onore. Il Segretariato Unificato fu complice dell’arresto e della tortura della colonna di trotskisti latinoamericani che formavano la Brigata, la cui colpa stava nel volere che la rivoluzione fosse spinta oltre avanzando verso il socialismo, cosa che si scontrava oggettivamente con i piani dei sandinisti, sostenuti espressamente da Fidel Castro, di conciliazione con la borghesia nazionale. Il Segretariato, fedele alla sua teorizzazione dell’appoggio “critico” ai partiti borghesi progressisti, sconfessò l’operato politico dei trotskisti della Brigata denunciandoli di fronte al governo sandinista e rendendosi così complice della loro successiva espulsione dal Paese da cui vennero consegnati alla polizia panamense che li torturò prima di rilasciarli.
In questo caso, la capitolazione del Segretariato Unificato al castrismo e al sandinismo si risolse nella violazione dei più elementari principi della morale rivoluzionaria, concretatasi nell’abbandono di compagni rivoluzionari nelle mani della polizia borghese. E tale condotta non poteva rimanere senza conseguenze: non poteva più, cioè, essere condivisa la comune militanza con chi si rendeva complice di tali aberrazioni.
La rottura con il Segretariato Unificato e la nascita della LitCiò portò rilevanti settori delle forze che fino ad allora erano raggruppate nel Segretariato Unificato, a rompere con la sua direzione e a fondare nel gennaio del 1982, su impulso di Nahuel Moreno, la Lit.
Moreno, che ne fu per anni il principale dirigente, vedeva la costruzione della Lit come un luogo di difesa e di crescita del trotskismo. Per lui, la lunga marcia della Quarta Internazionale aveva permesso un grande avanzamento del trotskismo in tutto il mondo. E, nonostante i suoi errori e le sue deviazioni revisioniste, il trotskismo era l’unica corrente politica ad aver dato risposte marxiste corrette ai nuovi fenomeni della lotta di classe.
La costruzione della Lit ha visto, in una prima fase, un peso preponderante dei partiti latinoamericani, come ad esempio il Mas argentino. Eppure, continuò il frenetico impegno nello sviluppare la Lit fuori del continente.
Ma, al culmine di questo processo di costruzione, nel gennaio del 1987 Moreno venne colpito da infarto e morì. Ciò produsse un indebolimento qualitativo della direzione internazionale ed ebbe una grande incidenza nello sviluppo della crisi che la Lit poi subì.
Moreno, che ne fu per anni il principale dirigente, vedeva la costruzione della Lit come un luogo di difesa e di crescita del trotskismo. Per lui, la lunga marcia della Quarta Internazionale aveva permesso un grande avanzamento del trotskismo in tutto il mondo. E, nonostante i suoi errori e le sue deviazioni revisioniste, il trotskismo era l’unica corrente politica ad aver dato risposte marxiste corrette ai nuovi fenomeni della lotta di classe.
La costruzione della Lit ha visto, in una prima fase, un peso preponderante dei partiti latinoamericani, come ad esempio il Mas argentino. Eppure, continuò il frenetico impegno nello sviluppare la Lit fuori del continente.
Ma, al culmine di questo processo di costruzione, nel gennaio del 1987 Moreno venne colpito da infarto e morì. Ciò produsse un indebolimento qualitativo della direzione internazionale ed ebbe una grande incidenza nello sviluppo della crisi che la Lit poi subì.
La crisi della Lit negli anni NovantaLa crisi si scatenò nei primi anni Novanta, quando grandi cambiamenti iniziarono a verificarsi nel mondo, a partire dalla caduta del Muro di Berlino. Imponenti processi rivoluzionari distrussero l’apparato centrale dello stalinismo, liberando così il movimento operaio mondiale dalla camicia di forza che lo aveva paralizzato per decenni. Ma la mancanza di una direzione rivoluzionaria mondiale impedì che questo processo rivoluzionario potesse bloccare la restaurazione capitalista organizzata dalla stessa burocrazia.
La gran parte della sinistra mondiale, compresi molti settori provenienti dal trotskismo, attribuì alle mobilitazioni di massa che rovesciavano gli apparati burocratici stalinisti, la restaurazione del capitalismo negli ex Stati operai, poiché così appariva. Nella realtà, invece, la restaurazione era già stata compiuta da prima (sul finire degli anni ’70 in Cina da Deng Xiao Ping e negli anni ’80 in Russia da Gorbaciov). Le rivoluzioni svolsero il ruolo progressivo di rovesciare le dittature staliniste, ma l’assenza di un’alternativa di direzione rivoluzionaria fece sì che queste rivoluzioni venissero dirette da settori della stessa burocrazia che le traghettarono sul versante della democrazia borghese. È curioso, al riguardo, notare che la stessa burocrazia che accusava il trotskismo di essere “agente dell’imperialismo”, sia stata in realtà l’agente della restaurazione del capitalismo imperialista.
Questa contraddittoria situazione aprì la strada a un’offensiva politica, militare e ideologica dell’imperialismo. Da quest’ultimo punto di vista, si sviluppò una gigantesca campagna propagandistica secondo cui il capitalismo costituiva l’unico mondo possibile, il comunismo e in generale le ideologie erano morti, le rivoluzioni non erano più possibili, il proletariato e la classe operaia non esistevano più. Andò attenuandosi ogni coscienza di classe in favore di un ultra-individualismo che determinò una profonda confusione ideologica, tanto che i piani neoliberali (comprese le privatizzazioni) ottennero un sostanziale appoggio di massa.
In questo quadro, la democrazia borghese divenne un valore da difendere, e addirittura un orizzonte strategico, e si produsse la capitolazione di gran parte delle organizzazioni di sinistra, molte delle quali si dislocarono sul versante dell’ideologia riformista.
Anche la Lit, come gran parte del movimento trotskista, fu duramente colpita da quest’alluvione opportunista, sia a livello delle sezioni (con la profonda crisi del Mas argentino, una scissione nel partito brasiliano, e numerose altre rotture), sia a livello internazionale, con alcune tendenze che rivendicavano la liquidazione della Lit.
Come detto, la morte di Moreno ebbe un ruolo importante nell’indebolimento della Lit, ma non sarebbe corretto sostenere che se Moreno fosse rimasto in vita la Lit non sarebbe entrata in crisi. Però sicuramente non sarebbe stata sull’orlo della distruzione, come invece è accaduto, perché sicuramente in funzione di tutta la traiettoria di Moreno, della sua autorità morale e politica e della sua esperienza nella lotta di classe, non avrebbe subito le deviazioni che la colpirono.
La gran parte della sinistra mondiale, compresi molti settori provenienti dal trotskismo, attribuì alle mobilitazioni di massa che rovesciavano gli apparati burocratici stalinisti, la restaurazione del capitalismo negli ex Stati operai, poiché così appariva. Nella realtà, invece, la restaurazione era già stata compiuta da prima (sul finire degli anni ’70 in Cina da Deng Xiao Ping e negli anni ’80 in Russia da Gorbaciov). Le rivoluzioni svolsero il ruolo progressivo di rovesciare le dittature staliniste, ma l’assenza di un’alternativa di direzione rivoluzionaria fece sì che queste rivoluzioni venissero dirette da settori della stessa burocrazia che le traghettarono sul versante della democrazia borghese. È curioso, al riguardo, notare che la stessa burocrazia che accusava il trotskismo di essere “agente dell’imperialismo”, sia stata in realtà l’agente della restaurazione del capitalismo imperialista.
Questa contraddittoria situazione aprì la strada a un’offensiva politica, militare e ideologica dell’imperialismo. Da quest’ultimo punto di vista, si sviluppò una gigantesca campagna propagandistica secondo cui il capitalismo costituiva l’unico mondo possibile, il comunismo e in generale le ideologie erano morti, le rivoluzioni non erano più possibili, il proletariato e la classe operaia non esistevano più. Andò attenuandosi ogni coscienza di classe in favore di un ultra-individualismo che determinò una profonda confusione ideologica, tanto che i piani neoliberali (comprese le privatizzazioni) ottennero un sostanziale appoggio di massa.
In questo quadro, la democrazia borghese divenne un valore da difendere, e addirittura un orizzonte strategico, e si produsse la capitolazione di gran parte delle organizzazioni di sinistra, molte delle quali si dislocarono sul versante dell’ideologia riformista.
Anche la Lit, come gran parte del movimento trotskista, fu duramente colpita da quest’alluvione opportunista, sia a livello delle sezioni (con la profonda crisi del Mas argentino, una scissione nel partito brasiliano, e numerose altre rotture), sia a livello internazionale, con alcune tendenze che rivendicavano la liquidazione della Lit.
Come detto, la morte di Moreno ebbe un ruolo importante nell’indebolimento della Lit, ma non sarebbe corretto sostenere che se Moreno fosse rimasto in vita la Lit non sarebbe entrata in crisi. Però sicuramente non sarebbe stata sull’orlo della distruzione, come invece è accaduto, perché sicuramente in funzione di tutta la traiettoria di Moreno, della sua autorità morale e politica e della sua esperienza nella lotta di classe, non avrebbe subito le deviazioni che la colpirono.
La ricostruzione della Lit come strumento per la ricostruzione della Quarta InternazionaleTuttavia, un po’ alla volta, a partire dal 1994, la Lit venne recuperando la sua tradizione teorica, politica e metodologica. Si avviò così quel processo di ricostruzione che la porta oggi ad essere la corrente internazionale più importante e più dinamica nel panorama mondiale della lotta di classe, l’unica a scontrarsi frontalmente e apertamente con le politiche dei governi di fronte popolare (come sono stati quello di Lula – e oggi di Dilma Roussef – in Brasile) oppure nazionalisti borghesi (come quelli di Chávez in Venezuela o di Evo Morales in Bolivia).
Dopo la restaurazione del capitalismo negli ex Stati operai e l’alluvione opportunista che ha colpito, in vari gradi, tutta la sinistra mondiale, la Lit può senz’altro rivendicare il merito di aver nuotato contro la corrente e aver mantenuto il filo della continuità storica del marxismo in seno alla classe operaia.
Dopo la restaurazione del capitalismo negli ex Stati operai e l’alluvione opportunista che ha colpito, in vari gradi, tutta la sinistra mondiale, la Lit può senz’altro rivendicare il merito di aver nuotato contro la corrente e aver mantenuto il filo della continuità storica del marxismo in seno alla classe operaia.
La caduta dello stalinismo (il più grande apparato controrivoluzionario della storia) ha aperto prospettive immense per concretare l’essenza della Quarta Internazionale e il suo Programma di Transizione: la soluzione della crisi di direzione rivoluzionaria dell’umanità, a partire dalla costruzione di partiti con influenza di massa che portino la classe operaia alla presa del potere e alla dittatura del proletariato come tappa di transizione per la costruzione del comunismo su scala planetaria.
La Lit si inscrive a buon diritto in questa tradizione e per questo, lungi dall’autoproclamarsi “la” Quarta, mette la propria organizzazione, i quadri e la militanza al servizio della ricostruzione della Quarta Internazionale, un progetto che non rappresenta un feticcio prodotto di dogmi, ma una necessità che parte dall’analisi della realtà e dalla constatazione dell’attualità del Programma di Transizione: il programma della Quarta.
Per questo, la Lit fa appello all’unità intorno a un programma rivoluzionario che contempli non solo le risposte politiche ai principali fatti della lotta di classe che avvicinino i lavoratori alla lotta per il potere, ma anche gli aspetti della concezione di partito, di metodo e di morale rivoluzionaria. Si tratta, in altri termini, di applicare per la ricostruzione della Quarta lo stesso metodo applicato da Trotsky nella sua costruzione, facendo appello non solo a coloro che provengono dal trotskismo, ma a tutti i rivoluzionari con i quali coincidiamo programmaticamente, indipendentemente dalla loro origine, e realizzando una paziente discussione programmatica e una comune attività nella lotta di classe attraverso cui avanzare sulla base di solidi accordi e relazioni fondate sulla lealtà rivoluzionaria.
E oggi, dopo anni di crisi e rotture, la Lit sta vivendo una nuova realtà, nel quadro di un processo di rafforzamento che la pone nelle migliori condizioni per avanzare nel suo progetto strategico, come pure il suo recente X Congresso ha dimostrato. La nostra organizzazione internazionale ha una storia, un’esperienza accumulata, un programma che è in continuo aggiornamento, una struttura di sezioni nazionali che vanno consolidandosi in America Latina e in Centroamerica ed espandendosi in Europa, pubblicazioni, una forza militante che vengono posti a disposizione di chi crede nella necessità di superare la crisi di direzione rivoluzionaria e perciò ricostruire la Quarta Internazionale.
Questo è il quadro in cui la Lit si appresta a celebrare fra qualche mese il trentennale dalla sua nascita. Trent’anni in cui essa ha instancabilmente difeso una teoria, quella della rivoluzione permanente; un programma, il Programma di Transizione; un tipo di organizzazione, il partito e l’Internazionale leninista-trotskista.
Trent’anni che sono il prodotto di dure battaglie in difesa dei principi, del programma, della politica, del metodo e della morale rivoluzionaria contro tutte le correnti revisioniste. E il condensato di questo lungo periodo storico intendiamo offrirlo, anche attraverso la celebrazione di questa ricorrenza, non solo ai nostri militanti, ma a tutti i sinceri rivoluzionari che credono che l’unica soluzione al problema della crisi di direzione rivoluzionaria che affligge la classe lavoratrice mondiale – soprattutto di fronte ai nuovi e importanti eventi che l’attuale realtà della lotta di classe ci pone davanti (crisi economica e politica; mobilitazioni crescenti dei lavoratori; rivoluzioni arabe, ecc.) – stia nella ricostruzione di un’Internazionale rivoluzionaria democraticamente centralizzata: la Quarta, il partito mondiale della rivoluzione socialista.
La Lit si inscrive a buon diritto in questa tradizione e per questo, lungi dall’autoproclamarsi “la” Quarta, mette la propria organizzazione, i quadri e la militanza al servizio della ricostruzione della Quarta Internazionale, un progetto che non rappresenta un feticcio prodotto di dogmi, ma una necessità che parte dall’analisi della realtà e dalla constatazione dell’attualità del Programma di Transizione: il programma della Quarta.
Per questo, la Lit fa appello all’unità intorno a un programma rivoluzionario che contempli non solo le risposte politiche ai principali fatti della lotta di classe che avvicinino i lavoratori alla lotta per il potere, ma anche gli aspetti della concezione di partito, di metodo e di morale rivoluzionaria. Si tratta, in altri termini, di applicare per la ricostruzione della Quarta lo stesso metodo applicato da Trotsky nella sua costruzione, facendo appello non solo a coloro che provengono dal trotskismo, ma a tutti i rivoluzionari con i quali coincidiamo programmaticamente, indipendentemente dalla loro origine, e realizzando una paziente discussione programmatica e una comune attività nella lotta di classe attraverso cui avanzare sulla base di solidi accordi e relazioni fondate sulla lealtà rivoluzionaria.
E oggi, dopo anni di crisi e rotture, la Lit sta vivendo una nuova realtà, nel quadro di un processo di rafforzamento che la pone nelle migliori condizioni per avanzare nel suo progetto strategico, come pure il suo recente X Congresso ha dimostrato. La nostra organizzazione internazionale ha una storia, un’esperienza accumulata, un programma che è in continuo aggiornamento, una struttura di sezioni nazionali che vanno consolidandosi in America Latina e in Centroamerica ed espandendosi in Europa, pubblicazioni, una forza militante che vengono posti a disposizione di chi crede nella necessità di superare la crisi di direzione rivoluzionaria e perciò ricostruire la Quarta Internazionale.
Questo è il quadro in cui la Lit si appresta a celebrare fra qualche mese il trentennale dalla sua nascita. Trent’anni in cui essa ha instancabilmente difeso una teoria, quella della rivoluzione permanente; un programma, il Programma di Transizione; un tipo di organizzazione, il partito e l’Internazionale leninista-trotskista.
Trent’anni che sono il prodotto di dure battaglie in difesa dei principi, del programma, della politica, del metodo e della morale rivoluzionaria contro tutte le correnti revisioniste. E il condensato di questo lungo periodo storico intendiamo offrirlo, anche attraverso la celebrazione di questa ricorrenza, non solo ai nostri militanti, ma a tutti i sinceri rivoluzionari che credono che l’unica soluzione al problema della crisi di direzione rivoluzionaria che affligge la classe lavoratrice mondiale – soprattutto di fronte ai nuovi e importanti eventi che l’attuale realtà della lotta di classe ci pone davanti (crisi economica e politica; mobilitazioni crescenti dei lavoratori; rivoluzioni arabe, ecc.) – stia nella ricostruzione di un’Internazionale rivoluzionaria democraticamente centralizzata: la Quarta, il partito mondiale della rivoluzione socialista.
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Note
(1) Dirigente argentino che in seguito adottò le posizioni guevariste determinando così la rottura nel neonato Prt. Fu alla testa dell’organizzazione guerrigliera Erp e morì assassinato dalla dittatura militare.
(2) Michel Raptis, detto Pablo, fu il principale dirigente della Quarta Internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale.
(3) Dal nome del principale dirigente dell’epoca, Ernest Mandel.
(4) Moreno, El partido y la revolución, Ediciones Marxismo Vivo, 2010, pag. 237.
(5) È consigliabile, sull’argomento, la lettura del più importante testo in proposito di Nahuel Moreno, colui che sarebbe poi stato il fondatore della Lit: Dos métodos frente a la revolución latinoamericana, 1964, inhttp://www.marxists.org/espanol/moreno/obras/05_nm.htm.
(2) Michel Raptis, detto Pablo, fu il principale dirigente della Quarta Internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale.
(3) Dal nome del principale dirigente dell’epoca, Ernest Mandel.
(4) Moreno, El partido y la revolución, Ediciones Marxismo Vivo, 2010, pag. 237.
(5) È consigliabile, sull’argomento, la lettura del più importante testo in proposito di Nahuel Moreno, colui che sarebbe poi stato il fondatore della Lit: Dos métodos frente a la revolución latinoamericana, 1964, inhttp://www.marxists.org/espanol/moreno/obras/05_nm.htm.
Partito di Alternativa Comunista
Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale
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