sabato 21 aprile 2012

Comune di Firenze; bilancio inadeguato, alcune proposte



Comune di Firenze; bilancio inadeguato, alcune proposte
 
Andrea Malpezzi, Segretario provinciale PRC Firenze – 21 aprile 2012

Le amministrazioni locali si trovano di fronte ad un problema di non facile soluzione, mentre la crisi accentua i suoi effetti negativi sui bilanci e sulle condizioni di vita delle famiglie, mancano le risorse necessarie per dare risposte adeguate ad una domanda di sicurezza sociale che si fa sempre più pressante.
Il decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, cosiddetto “salvaitalia”, approvato definitivamente con la legge 22 dicembre 2011, n. 214, si contraddistingue per un aumento generalizzato della pressione fiscale senza alcun criterio di progressività (a regime 53,6 miliardi di maggiori entrate di cui l’88% a favore delle amministrazioni centrali), dall’innalzamento dell’età pensionabile, dal taglio alle prestazioni previdenziali, dai nuovi tagli agli enti locali e alla spesa per il sociale (sempre a regime le amministrazioni locali subiranno tagli per 13,1 miliardi, gli enti di previdenza per 10,4 miliardi, le amministrazioni centrali di 4,2 miliardi – appena lo 0,8% della spesa statale al netto degli interessi); tutto ciò mentre si è mancato di introdurre una tassa sui grandi patrimoni, di tagliare le spese folli in opere inutili quanto faraoniche, com’è il sottoattraversamento Tav di Firenze, o nell’acquisto di armamenti.
Il governo si appresta inoltre ad approvare una riforma del mercato del lavoro che non colpisce la precarietà né sul piano legislativo né su quello fiscale, ma riduce la durata degli ammortizzatori sociali in caso di perdita del lavoro, e che manomette l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori allo scopo di favorire il padronato nella facoltà di licenziare.
Nell’attuale situazione, il bilancio di previsione 2012 del Comune di Firenze non può essere ridotta ad una mera questione contabile o a una scadenza burocratica, al contrario il bilancio assume tutta l’importanza di un atto di grande rilevanza sociale e politica sul quale, più che sulle dichiarazioni rese in televisione o alla stampa, si misura la volontà dell’amministrazione comunale di affrontare realmente i problemi della città e di rispondere alla domanda di sicurezza sociale dei cittadini.
Per questi motivi ho ritenuto opportuno ed utile formulare alcune proposte, sulle quali si possa ragionare assieme, con l’obiettivo – anche oltre la scadenza immediata del bilancio – di contribuire alla definizione di un’ipotesi di un modello diverso del governo cittadino.
In sostanza, per il bilancio 2012 e oltre propongo i seguenti punti di discussione:
1. Rispetto del voto referendario del giugno 2011:
  • sospendere la procedura per l’ingresso del privato in ATAF, procedendo invece – in accordo con gli altri comuni interessati all’elaborazione di un piano per la mobilità, contestualmente ad un piano industriale per il rilancio dell’azienda pubblica;
  • affrontare nelle sedi competenti la questione della ripubblicizzazione del servizio idrico, assumendosi le amministrazioni interessate – per prima Firenze – la responsabilità delle decisioni politiche necessarie ad avviare le procedere di ripubblicizzazione.
2. Introduzione di elementi di progressività nelle imposte di competenza comunale:
  • applicare l’addizionale Irpef sulla base di aliquote o di scaglioni di reddito, lasciando inalterata l’entrata prevista;
  • verificare la possibilità di applicare l’IMU sulla prima casa in base al valore o alla tipologia catastale.
3. Razionalizzazione della spesa e non tagli indiscriminati:
  • definire un elenco di servizi di grande rilevanza sociale: integrazione al reddito e sostegno alle nuove e vecchie povertà, disabilità e marginalità, diritto alla casa, allo studio, alla mobilità, ecc. sui quali non siano operati tagli, ma i cui stanziamenti siano anzi adeguati alla presente situazione sociale;
  • operare una revisione della spesa nei settori non immediatamente di servizio alla persona, al territorio, alla conoscenza, a partire dagli assegnamenti di risorse e personale ai vari staff di supporto alla politica;
  • istituire un organismo di partecipazione popolare per il monitoraggio della spesa, anche allo scopo di garantire la massima trasparenza e individuare quella suscettibile di razionalizzazione;
  • verificare la spesa per le esternalizzazioni e per l’affidamento a terzi dei servizi allo scopo di una comparazione reale dei costi;
  • ridurre il numero dei soggetti partecipati dal comune, sia operando le necessarie fusioni nella salvaguardia dell’occupazione e della qualità del servizio svolto, sia rinunciando alla partecipazione allorquando il soggetto partecipato non svolga attività rilevante dal punto di vista sociale e strategico.
4. Vivibilità e usufruibilità della città per tutti cittadini:
  • affrontare, nell’ambito del nuovo regolamento urbanistico, la questione delle barriere architettoniche ed urbanistiche, attraverso lo svolgimento di un censimento e la redazione di un piano specifico;
  • definire i tempi, i modi e le risorse per l’attuazione del piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche e urbanistiche;
  • prevedere che una parte degli introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione siano destinati, attraverso bando pubblico, al cofinanziamente degli interventi attuati da privati per l’abbattimento delle barriere architettoniche;
  • prevedere analoghe misure per l’adeguamento di edifici pubblici o di uso pubblico, alle norme in fatto di sicurezza, così dei lavoratori come degli utenti e dei frequentatori, nonché per rendere gli stessi edifici conformi alle più recenti normative in fatto di efficienza e risparmio energetici.
5. Decentramento, partecipazione, etica pubblica:
  • affidare ai quartieri la diretta gestione dei servizi a domanda maggiormente localizzata sul proprio territorio, sull’esempio di altre città;
  • attribuire in ogni caso ai quartieri maggiori poteri in tema di pareri vincolanti sulle questioni che interessano direttamente il quartiere stesso;
  • introdurre nello statuto comunale il divieto, per chi sia eletto o nominato ad una carica amministrativa, di detenere più di un incarico, anche se affidato da enti diversi dal comune di Firenze

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