Botte e processi a chi lotta per il lavoro, la
dignità e il futuro
Stipendi e pensioni d’oro, mazzette e dividendi
per gli speculatori e i politicanti
Il 27
dicembre 2010, 200 pastori sono arrivati a Civitavecchia per
raggiungere Roma e convocare una conferenza stampa per dare risalto nazionale
alla lotta che conducono da anni contro la devastazione del loro settore e del
territorio. Ad accoglierli hanno trovato un plotone di celerini che ha impedito
loro di salire sui pullman (li hanno sequestrati al porto) e che ha risposto
alle proteste dei pastori con cariche, pestaggi e fermi. Oltre ad aver preso
botte e bastonate, tre pastori sono stati denunciati per manifestazione non
autorizzata e lesioni a pubblico ufficiale e il 2 maggio inizia al Tribunale di
Civitavecchia il processo contro di loro.
Nel numero 4/2012 di Resistenza abbiamo pubblicato un’intervista a
Felice Floris, leader del Movimento Pastori Sardi per far conoscere un
movimento che ha alzato la bandiera della resistenza e della ribellione alle
misure e alle restrizioni che le autorità cercano di imporre alle masse, un
movimento che non si limita alle rivendicazioni particolari di una categoria,
ma ha saputo raccogliere il sostegno, le rivendicazioni e la mobilitazione di
tanti settori popolari che cercano una strada per fare fronte agli effetti della
crisi.
Crediamo che proprio questo sia uno dei motivi
che spiegano la violenza e la repressione contro il Movimento Pastori Sardi (come
contro il Movimento NO TAV): le autorità politiche, i politicanti, i poteri
forti li riconoscono una realtà capace di aggregare, mobilitare, dare una
prospettiva e una speranza alle masse popolari della Sardegna, ma non solo. Ecco
perché li attaccano, li reprimono, li processano.
Crediamo anche che sia dovere di tutti i settori
del vasto movimento popolare contro la crisi, e in particolare dei centri che
lo promuovono e lo organizzano, stringere un cerchio di solidarietà e vicinanza
al Movimento Pastori Sardi. Per troppo tempo, fuori dalla Sardegna, è stato
poco conosciuto. Per troppo tempo da tante parti è stato sottovalutato. Adesso,
di fronte a un processo che ha il senso di una rappresaglia, chiamiamo i
comunisti, i sinceri democratici, gli anticapitalisti, i sindacalisti
combattivi, gli organismi e i movimenti di resistenza a dare
segno di vicinanza, solidarietà e sostegno ai MPS e alla lotta che stanno
conducendo da 20 anni.
La
Sardegna è un’isola e il suo popolo ha una storia
di lotta e di orgoglio per le proprie radici e cultura. La crisi colpisce i
lavoratori e le masse popolari della Sardegna come e più le hanno colpite le
speculazioni dei capitalisti, gli affari dei guerrafondai, le ristrutturazioni
industriali. E in questi anni i lavoratori e le masse popolari della Sardegna
si sono mobilitate, hanno lottato, hanno costruito coordinamento e unità,
esperienze a cui guardare e da cui imparare (la “Consulta dei movimenti”, il
movimento contro Equitalia, ecc…).
Chiunque cerca una via unitaria, positiva,
costruttiva, di solidarietà, di cooperazione e mobilitazione per fare fronte
alla crisi, per costruire l’alternativa deve schierarsi.
Perché il processo del 2 maggio contro i Pastori
Sardi è l’ennesimo processo in cui gli affamatori, i terroristi, gli
speculatori, i faccendieri si ergono sul pulpito per giudicare chi ha preso la
via della lotta per difendere ed estendere diritti, dignità e tutele
conquistati con la
Resistenza e le battaglie degli anni successivi.
Che riescano o meno a condannarli dipende anche
da quanta solidarietà si sviluppa attorno a loro.
Per questo invitiamo a mandare
- messaggi di sostegno al MPS:
info@movimentopastorisardi.org
- mail e fax di protesta al tribunale di
Civitavecchia:
Il presidio che faremo il 2 maggio in piazza del
Nettuno a Bologna,
in occasione del processo a 12 compagni che fanno (o facevano) parte del
(nuovo)Partito comunista italiano, del Partito dei CARC e dell’Associazione
Solidarietà Proletaria, sarà anche l’occasione per far conoscere la lotta del
MPS, denunciare l’attacco contro i pastori sardi, esprimere e raccogliere
solidarietà nei loro confronti.
Con la resistenza e la lotta contro la
repressione, con la solidarietà proletaria trasformare le operazioni repressive
in uno strumento per lo sviluppo del movimento contro la crisi e i suoi
responsabili!
Estendere e rafforzare la ribellione e la disobbedienza di massa contro il
governo Monti e le sue misure criminali!
Allargare il coordinamento e l’unità d’azione tra le organizzazioni, i
movimenti e i settori mobilitati per non pagare la crisi dei padroni!
Rendere ingovernabile il paese a Monti e i suoi mandanti fino a cacciarlo
via e instaurare al suo posto un governo d’emergenza popolare!
A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione,
RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE
Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA
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