Toscana: Pinocchio Democratico (Pd) e il referendum sull'acqua |
Scritto da Eugenio Simoncini |
Abbiamo sentito dire tante volte, e ancora sentiamo, che non esiste più differenza tra destra e sinistra. Di solito questo significa, nell'intenzione di chi lo dice, che la "sinistra" non é più degna di fiducia.
Come comunisti sappiamo a quale forza politica ascrivere questi comportamenti, e perché: il PD e la sua totale organicità al capitale. Come comunisti sappiamo anche che in questo momento storico lo sviluppo dei rapporti di forza porta grandi interessi economici a scontrarsi con realtà locali in maniera sempre meno democratica (anche nel senso borghese del termine). All'inizio di novembre é esploso il caso del pirogassificatore del Medio valdarno e soprattutto l'uso da parte del governatore della Toscana, Enrico Rossi, di una legge molto simile a quelle usate dai precedenti governi di destra per cancellare la volontà popolare. Ancora a inizio dicembre torniamo in Toscana, una regione che perde via via il suo connotato "rosso", almeno nelle elité che la amministrano da anni. La ATO 2 "Toscana Centro" che gestisce il rapporto tra cittadini (utenti) e i veri gestori privati, ha prolungato il contratto di gestione con Acque SpA (la quale con un gioco di scatole cinesi é semplicemente un'emanazione della multinazionale SUEZ). Ci sono dei fattori oggettivi su cui non é possibile transigere, primo di tutti la tempistica. Perché prolungare nel 2011 un contratto che scadeva nel 2020? Soprattutto dopo che un referendum popolare che ha visto una partecipazione altissima e la volontà popolare di impedire la privatizzazione del servizio idrico. Inoltre, nel caso specifico le ATO toscane termineranno la propria attività proprio il 31 Dicembre 2011, quindi perde praticamente di legittimità il pronunciamento di questo ente adesso su una questione che non la riguarda per più di 3 settimane. Il fatto concreto é che la ATO 2, presieduta dai sindaci ad essa appartenenti, ha votato a favore dell'estensione del contratto ai privati. Con alcune eccezioni, i sindaci (quasi tutti PD) hanno votato a favore, e il PRC ha subito alzato la voce su questo tema. Una protesta necessaria e da portare avanti in modo organico e fino in fondo, ma che crea non poche questioni: se i sindaci del PD si associano ancora una volta a politiche di destra, che senso ha per il PRC rimanere in alcune di queste amministrazioni?
Infatti nel Circondario Empolese - Valdelsa nessun Comune ha appoggiato la campagna referendaria prima, e l'applicazione del risultato poi, nonostante all'interno di alcuni ci siano componenti del PRC.
Non é comprensibile quale sia stato l'apporto del PRC in queste amministrazioni riguardo alla ripubblicizzazione dell'Acqua. Dove sta la "svolta a sinistra" della barra di comando? Non si tratta di una critica troppo semplificatoria. Il problema della proprietà, della fruizione e del profitto dei e sui beni comuni é basilare in questo preciso momento storico. Su questo tema si sono sviluppate lotte molto importanti, culminate nel risultato referendario del 12-13 giugno, a cui come partito dobbiamo fare da sponda con azioni reali e concrete. E vista appunto l'inutilità effettiva di stare nelle giunte, uscire subito da tutte queste é già parte della soluzione. Lasciare il PD da solo nelle sue contraddizioni e in quelle di coloro che lo appoggiano. |
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