Ampliare e unire il fronte di lotta
Generalizzare lo sciopero del 9 marzo
Compagni, sindacalisti combattivi, proletari,
l’aggressione compiuta ai danni degli operai FIAT con l’accordo-truffa del 13 dicembre, mira a fare carta straccia del CCNL e dei diritti, a cancellare la presenza in fabbrica del sindacalismo conflittuale e di classe. Essa trova il sostegno di ampi settori di industriali, dei gruppi dirigenti borghesi e dei vertici sindacali collaborazionisti che si sforzano di gettare sui lavoratori tutte le conseguenze della crisi e perciò vogliono estendere il “modello Fiat”.
Il governo “tecnico” fa suo questo disegno politico reazionario e dopo la manovra sulle pensioni e le liberalizzazioni si appresta ad andare avanti come un carro armato sulle modifiche all’art. 18 e al mercato della forza-lavoro.
Marchionne e Monti sono due facce della stessa politica. Il loro obiettivo comune sta nel far uscire i capitalisti dalla crisi a spese degli operai, estorcendo maggiore plusvalore, liquidandone i diritti, facilitando i licenziamenti nel contesto della recessione economica, impedendo la loro organizzazione indipendente.
In questa situazione, si sviluppa e si radicalizza anche in Italia la lotta di classe. Lo sciopero generale del 9 marzo proclamato dalla FIOM ne è un passaggio importante e dimostra che gli operai sono alla testa del movimento di resistenza all’offensiva capitalista.
Per difendere le conquiste e i diritti acquisiti in decenni di lotta, per risalire la china, è necessario che le sezioni più combattive della classe operaia abbiano l’appoggio attivo della maggioranza dei lavoratori sfruttati che subiscono un sistematico peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita.
Dobbiamo dunque fare della giornata di lotta del 9 marzo un’espressione concreta del fronte unico di lotta imperniato sulla difesa intransigente dei nostri interessi, contro l’oligarchia finanziaria e le sue istituzioni (BCE, FMI, UE), contro il suo governo “tecnico” antioperaio ed autoritario.
E’ necessario promuovere ed organizzare la partecipazione combattiva e unitaria delle altre categorie e dei territori sottoposti al medesimo attacco, dei disoccupati, di tutte le realtà sindacali, sociali, politiche di classe che si rifiutano di pagare la crisi e i debiti della borghesia.
All’offensiva capitalista dobbiamo rispondere con l’unità d’azione dal basso. In tal senso è fondamentale rafforzare il sindacato come organizzazione di classe, democratica e di lotta, ma anche eleggere in assemblea comitati unitari di sciopero, di agitazione, etc., per raccogliere vaste masse operaie su piattaforme di lotta a carattere economico e politico.
Le nostre sacrosante rivendicazioni (blocco dei licenziamenti, CCNL e aumenti salariali, diritti, nessuna modifica all’art. 18, abolizione del precariato, etc.) potranno essere ottenute se l’intero proletariato scenderà in lotta, con una vasta, dura e prolungata mobilitazione per respingere l’aggressione padronale e i diktat dell’UE, facendo saltare i tavoli delle controriforme e il governo che le pretende.
Attorno alla classe operaia deve coagularsi il più ampio blocco di settori e strati popolari, che subiscono l’offensiva del grande capitale e si scontrano con i piani governativi.
Lavoriamo allora per l’unità del movimento sindacale e popolare, per la preparazione unitaria e la generalizzazione dello sciopero del 9 marzo, allo scopo di realizzare migliori rapporti di forza!
Allo stesso tempo è decisiva la solidarietà con i lavoratori degli altri paesi, per una vera unità internazionale della classe operaia. La mobilitazione continentale del 29 febbraio deve servire a rafforzare i legami e il coordinamento fra le diverse sezioni del proletariato in lotta, contro le ricette imperialiste e le minacce di guerra.
E’ ora di dire basta ai governi controllati dalle banche, ai regimi corrotti e antidemocratici al servizio esclusivo dei monopoli capitalisti.
Il periodo delle illusioni è finito. Il capitalismo è un sistema in putrefazione, i suoi mali non sono curabili. Per questo, mentre difendiamo con tutti i mezzi le nostre conquiste e rivendicazioni diciamo che la situazione diverrà ancora più grave sino a che non riusciremo a raccogliere tutte le nostre forze per rispondere all’attacco e aprire con la lotta politica una via di uscita rivoluzionaria dalla crisi. Di qui la necessità vitale di costruire nel seno della classe operaia il partito indipendente e rivoluzionario della classe operaia, strumento indispensabile per avanzare e vincere.
Piattaforma Comunista
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