giovedì 19 gennaio 2012

ACQUA – BENI COMUNI NEWS (18-01-2012)


 

ACQUA – BENI COMUNI NEWS (18-01-2012)

www.acquabenecomune.org

NEWS IN EVIDENZA:

- Popolo Acqua Pubblica: occupazione del Ministero dell’Economia (Roma 18-01-2012)

- Tutti i Presidi – Sit In – Volantinaggi in Toscana (contrasto Decreto Governo Monti su Privatizzazioni) – lista aggiornata alle ore 19,00 del 18-01-2012

- In poche ore dal lancio, in oltre 29.000 Cittadini firmano l’appello on-line del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua (dato aggiorn alle ore 19 del 18-01-2012)

- Tradimento Monti - Salviamo il referendum – Lettera Aperta di Padre Alex Zanotelli

- Marco Bersani del Forum Naz.Acqua/Attac Italia e Ornella De Zordo Consigliera Comunale Firenze rispondono all’articolo del Presidente di Publiacqua SpA apparso sul Il Manifesto del 18-01-2012

- Lavoratori l’Acqua Pubblica Toscana:

monitoraggio in progress su Publiacqa SpA per utilizzo

Lavoratori Ingegnerie Toscane Srl – Lavoratori a Partita Iva – Stage Post Universitari

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Occupazione Ministero dell'Economia Merc 18 gennaio 2012

Questa mattina gli attivisti del Comitato romano per Acqua Pubblica, come in molte altre città italiane, ha dato vita ad un'azione comunicativa occupando il ministero dell'economia per la difesa dei referendum vinti nello scorso Giugno. Infatti l'attuale Governo Monti si appresta a varare un decreto legge con cui si appresta a lanciare una nuova ondata di privatizzazione dei servizi pubblici.
Leggi tutto...  e guarda il video


Ne parla la stampa online:



MOBILITAZIONE GENERALE
IL POPOLO DELL’ACQUA PUBBLICA SI MOBILITA ANCHE IN TOSCANA
 IN VISTA PROSSIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI ALLE PRESE CON DECRETO PRIVATIZZAZIONI/LIBERALIZZAZIONI



SIENA: Giovedì 19 gennaio dalle ore 11.30 alle 12.30PRESIDIO davanti alla Prefettura in Piazza Duomo a Siena 

PISTOIA GIOVEDI'  19/01/2012     
ALLE ORE 17,30 SIT-IN DI PROTESTA DAVANTI  ALLA  PREFETTURA   DI PISTOIA ( Piazza Duomo)

GROSSETO GIOVEDI' 19 GENNAIO, SIT-IN DALLE ORE 17 ALLE ORE 19
 IN PIAZZA DUOMO a Grosseto.

PRATO GIOVEDI' 19 GENNAIO 2012  ALLE ORE 11,30 

PRESIDIO DAVANTI  ALLA  PREFETTURA DI PRATO - VIA CAIROLI

LUCCA GIOVEDI’  19/01/2012  DALLE ORE 17,30 SIT-IN  DAVANTI  ALLA  PREFETTURA   DI LUCCA – CORTILE CARRA

PISA GIOVEDI’ 19/01/2012  ore 18,00 Volantinaggio in Piazza Venti Settembre

 

 Appello "Giù le mani dall'acqua!"

Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.
Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.

A 72 ore dal lancio dell’appello oltre 29.000 firme raccolte (19,30 18-01-12)

Primi firmatari:
Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Luca Nivarra, Gustavo Zagrebelsky, Roberto Vecchioni, Gaetano Azzariti, Alberto Lucarelli, Riccardo Petrella, Maurizio Pallante, Valerio Mastandrea, Pietro Sermonti, Gino Strada, Marco Paolini, Don Andrea Gallo, Dario Fo, Padre Alex Zanotelli, Luciano Gallino

Tradimento Monti - Salviamo il referendum

Di Padre Alex Zanotelli (Missionario Comboniano)

Era il 13 giugno, esattamente 7 mesi fa, quando 26 milioni di italiani/e sancivano l'acqua bene comune: "Ubriachi eravamo di gioia... le spalle cariche dei propri covoni!" (Salmo, 126).
E oggi, 13 gennaio ritorniamo a "seminare nel pianto..." (Salmo, 126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre.
Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosidetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull'acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta.

Link diretto news: http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_content&view=article&id=1310:tradimento-monti-salviamo-il-referendum-dellacqua&catid=137

 

 

 

   

               Marco Bersani                                Ornella De Zordo                        Erasmo D’Angelis

Marco Bersani del Forum Naz.Acqua/Attac Italia e Ornella De Zordo Consigliera Comunale Firenze rispondono all’articolo del Presidente di Publiacqua SpA pubblicato sul Il Manifesto del 18-01-2012

L’articolo a firma Erasmo D’Angelis – Presidente di Publiacqua SpA – Firenze

 

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=19JG24

 

La risposta della Consigliera Comunale Firenze Ornella De Zordo

 

http://www.perunaltracitta.org/temi/acqua/4307-de-zordo-qrisposta-al-presidente-di-publiacquaq

 

La risposta di Marco Bersani

 del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua/Attac Italia

 

Testo integrale

ACQUA : PARTIRE DAL RISPETTO DELLA DEMOCRAZIA
 Il Presidente di Publiacqua SpA, su “Il Manifesto” del 18/01/2012 si rivolge al movimento per l’acqua ponendo alcune riflessioni ed alcune domande nel merito. Nel medesimo giorno, il popolo dell’acqua è stato presente in tutte le piazze italiane e davanti a Montecitorio con presidi, flash mob, azioni e iniziative per dire chiaramente “Monti, giù le mani dall’acqua!”.
Il Governo dei professori, confermando i provvedimenti del precedente governo Berlusconi, volti a riproporre, malgrado il voto referendario del giugno scorso, la privatizzazione dei servizi pubblici locali, vuole aggiungere la propria impronta con un articolo di legge finalizzato a depotenziare la possibilità di gestire il servizio idrico integrato attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali. E’ una norma contro la ripubblicizzazione avviata dalla città di Napoli e per evitarne il moltiplicarsi sul territorio nazionale.
Qualsiasi discussione nel merito delle questioni poste da De Angelis –cui rispondo volentieri- non può prescindere da questi dati di attualità, perché dimostrano la grande “rimozione” di un fatto che lo stesso De Angelis, così come le 8 SpA quotate in Borsa, le 145 aziende idriche a maggioranza o a totale capitale pubblico, le istituzioni a tutti i livelli fingono di ignorare : c’è stato un referendum popolare e il risultato è stato inequivocabile.
Senza una preliminare accettazione di questo dato incontrovertibile –la democrazia sovrana- ogni ulteriore discussione riproduce la pratica del “benaltrismo”, ovvero l’idea che è sì avvenuto un voto referendario, ma “è ben altro” il problema di cui occorre occuparsi.
Tutto questo ha del paradossale, anche perché si continua ad ignorare quanto chiaramente scritto dalla Corte Costituzionale nelle due sentenze di ammissione dei quesiti referendari (n. 25 e 26/ 2011), ovvero che con l’abrogazione del decreto 23bis, l’unica normativa di riferimento diventa la dottrina comunitaria che prevede anche la gestione del servizio idrico integrato attraverso enti di diritto pubblico (aziende speciali); e che con l’abrogazione dell’ ‘adeguata remunerazione del capitale investito” (ovvero i profitti del gestore) il servizio non ne trarrebbe alcune disfunzionalità, essendo garantita la copertura dei costi, né vi sarebbe alcun vuoto normativo, in quanto la tariffa di risulta sarebbe immediatamente applicabile. ( altro che incertezza della tariffa!).
E’ evidente come si sia di fronte ad un’enorme questione di democrazia : la ripubblicizzazione della gestione dei servizi idrici integrati continua a essere ostacolata dal Governo e dalla quasi totalità delle istituzioni locali; mentre non vi è ad oggi traccia dell’eliminazione dei profitti dalla tariffa e fioccano le motivazioni più stravaganti per non adempiere al voto del popolo italiano.
A tutto questo sta già rispondendo il popolo dell’acqua, con la mobilitazione diffusa a livello territoriale e nazionale e con lacampagna di “obbedienza civile”, che chiederà a tutti i cittadini di pagare la giusta tariffa, ricalcolata sottraendone la parte relativa alla remunerazione del capitale investito.
De Angelis traccia un quadro drammatico della situazione idrica del paese, quadro che il movimento per l’acqua ha da sempre sottolineato con forza e determinazione: non a caso, già dal 2007, è stata consegnata –e bellamente ignorata- una legge d’iniziativa popolare con oltre 400.000 firme che affronta la questione idrica nella sua complessità ed articolazione.
Ciò che De Angelis omette di dire è che tale situazione si è esponenzialmente aggravata da quando –seconda metà degli anni ’90- le gestioni del servizio idrico sono state affidate a Società per Azioni, in molte di esse sono entrati i privati e le più grosse sono state collocate in Borsa : se guardiamo il solo dato degli investimenti, essi sono crollati da 2 miliardi di euro/anno del decennio 1986-1995 ai 700 milioni di euro del decennio successivo.
L’alternativa tra ripubblicizzazione e privatizzazione, come si può di conseguenza intuire, non è sventolamento di icone ideologiche, bensì la concretezza della battaglia in corso fra mercificazione di un bene essenziale e gestione partecipativa di un bene comune.
De Angelis non si capacita del mancato applauso all’affidamento delle competenze relative all’acqua all’Autorità nazionale energia e gas. Basterebbe sottolineare che le Autorità sottendono un mercato liberalizzato da regolare mentre il servizio idrico è un monopolio naturale, rispetto al quale il popolo italiano ha escluso qualsiasi gestione di mercato; e a questo aggiungere, a chi obietta che la gara d’appalto consentirebbe la concorrenza, di leggersi la sentenza Ag. Com. 2007 sul trust Acea-Suez, proprio a partire dalla privatizzazione dei servizi idrici in Toscana. Possiamo girarci attorno quanto vogliamo, ma l’unico vero controllo può essere esercitato dalla partecipazione diretta dei cittadini e dei lavoratori alla gestione pubblica e territoriale del servizio.
Più oltre, De Angelis lamenta un presupposto disinteresse del movimento per l’acqua sulla privatizzazione determinata dall’imbottigliamento di acque minerali e sulla questione fogne e depurazione : rispetto alle acque minerali, consiglierei al “nostro” un tour per i tanti territori -dalla Lombardia all’Umbria, dalla Basilicata alla Sicilia-  che da anni si battono contro questa sottrazione di un bene essenziale; riguardo a fogne e depurazione, i comitati se ne occupano eccome, e, al di là del sarcasmo su sorella fogna,sarebbe bene che istituzioni e gestori di SpA fornissero finalmente una risposta chiara su dove siano finiti i soldi destinati allo scopo e da sempre pagati in tariffa anche da quel 30% di popolazione non allacciata a fognatura e depurazione (dividendi per gli azionisti?).
Più complessa è la questione relativa al finanziamento dei servizi idrici, rispetto alla quale è tuttavia buona norma evitare davvero le banalizzazioni : se il famoso 7% servisse a coprire i costi finanziari (e a normativa vigente non può farlo), perché l’Associazione Nazionale Industriali degli Acquedotti (ANFIDA) scrive nella memoria depositata contro l’ammissibilità dei referendum :  “l’eliminazione del riferimento alla remunerazione del capitale, quale componente della tariffa, e, dunque, alla possibilità di conseguire utili dall’attività di gestione di un servizio pubblico […] la previsione che si intende abrogare, nello stabilire che ilcorrispettivo del servizio idrico integrato è stabilito anche in considerazione del diritto dell’imprenditore di ottenere un utiledall’attività prestata”?
Vero è che la questione della ripubblicizzazione dell’acqua chiama ad una ridiscussione più complessiva sulla fiscalità generale e sulla finanza pubblica, che metta in conto il superamento del full cost ricovery, ovvero della copertura integrale dei costi attraverso la tariffa : a tal proposito, il Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha presentato già nella scorsa primavera una prima proposta in tal senso, basata su un mix tra tariffa, fiscalità generale e nuovi strumenti di finanza pubblica.
E l’associazione Attac Italia, insieme ad altre, sta da tempo discutendo la necessità di una campagna per la ripubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti, dotata di un patrimonio enorme (250 miliardi di euro/anno), frutto del risparmio affidato alle Poste dai cittadini e dai lavoratori, ma, in seguito alla sua privatizzazione, oggi gestito per operazioni da “fondo sovrano” sui mercati finanziari internazionali.
Perché le risorse ci sono, il problema è se vengono finalizzate allo scopo di ridare fiato ad un modello insostenibile o utilizzate per invertire la rotta, riconoscendo i beni comuni come indisponibili al mercato e luogo della gestione partecipativa territoriale e rimettendo in campo un ruolo pubblico per riconvertire la produzione verso finalità ambientali e sociali.
Ci avete raccontato per anni che “privato è bello” cercando di conquistare le menti e i cuori; ora vi accontentate di dirci che “privato è obbligatorio e ineluttabile” chiedendo rassegnazione.
Non ci avrete mai come volete voi, è questa la fortuna del pianeta.

Marco Bersani - (Attac Italia- Forum italiano dei movimenti per l’acqua)

 

 

LAVORI IN CORSO - MONITORAGGIO  IN PROGRESS

 

A cura Lavoratori Acqua Pubblica Toscana

 

su utilizzo in Publiacqua SpA (Firenze) dei Lavoratori:

 

di Ingegnerie Toscane srl – a Partita Iva – a Stage

 


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