[ATTAC-Italia] Questa non è una crisi, è una truffa!
Comunicato di Attac France sull'approvazione delle misure di austerità da parte del parlamento europeo. Al fondo, trovate la versione originale in francese.
Questa non è una crisi, è una truffa!
"Non è una crisi è una truffa" dicono gli indignati spagnoli. Questo mercoledì il parlamento greco ha adottato un nuovo piano di austerità, simbolo del vero e proprio saccheggio in corso in questo momento in Europa.
Nonostante la profonda ingiustizia delle misure di rigore che mirano a presentare il conto al popolo greco senza mettere in discussione le pessime politiche fiscali dei governi precedenti, gli squilibri del funzionamento della zona euro, o i lauti profitti realizzati dalle banche e da altri speculatori sulle finanze pubbliche greche;
Nonostante la resistenza del popolo greco, che si è sollevato con dignità ed ha occupato per quasi tre settimane la piazza principale di Atene - dove si trova il Parlamento – per contestare, in modo pacifico e democratico, quelle scelte imposte a dispetto del buon senso ;
Nonostante la provata inefficacia di misure di austerità per migliorare la situazione delle finanze pubbliche, i deputati greci hanno deciso di sottomettersi al ricatto dell'Unione europea, del FMI e della Banca centrale europea.
In cambio di questo piano di austerità, che prevede in primo luogo la richiesta di riduzione dei salari e una riforma fiscale che va a penalizzare le classi medie e popolari, la "troika" accorderà un aiuto da un centinaio di miliardi di euro alla Grecia - senza i quali il governo si ritroverebbe nell'impossibilità di garantire il proprio funzionamento (compresi i servizi pubblici, gli ospedali, ecc)
Questo cosiddetto "salvataggio", aiuterà più le banche francesi e tedesche che la Grecia: "Il CAC 40 sta intensificando i propri guadagni, confidando nella Grecia", recita il sito di Point.fr.
Esso rappresenta in realtà una grande socializzazione delle perdite: uno studio di Echos mostra che grazie a questo piano, "la quota di debito ellenico in mano a creditori stranieri aumenterà dal 26% al 64% nel 2014. Ciò significa che l'esposizione di ogni famiglia della zona euro passerà dai € 535 di oggi a 1.450 euro. "Eppure tutti gli economisti concordano sul fatto che la Grecia non può rimborsare tutti i suoi debiti.
Nell'opporsi così ferocemente a qualsiasi ristrutturazione, Sarkozy e Trichet fanno il gioco delle banche francesi; ma se la Grecia dovesse dichiarare bancarotta, la finanza pubblica degli altri paesi europei sarà in prima linea ... e i popoli d'Europa pagheranno tramite l'approvazione di nuove misure di austerità.
"Privatizzare i profitti, socializzare le perdite", questa logica sembra più attuale che mai: con la nuova governance economica, promossa dai governi europei e della Commissione e approvata dal Parlamento, le finanze pubbliche saranno controllate, e come per la Grecia, l'austerità permanente per i popoli garantirà i profitti delle banche.
E' essenziale che i popoli d'Europa si mobilitino per sconfiggere questa strategia choc a livello europeo. Come il popolo greco, occorre non solo indignarsi ma essere determinati a porre fine ai diktat delle banche e dei mercati finanziari, cominciando con l'imporre un controllo democratico del debito pubblico. In Francia in particolare, le proteste devono intensificarsi: la posta in gioco in Grecia di oggi è la capacità di noi popoli europei di uscire dalla trappola in cui la finanza ci ha rinchiusi.
Giovedi 30 giugno a seguito della mobilitazione senza precedenti del popolo greco, e mentre i movimenti sociali e i sindacati britannici hanno organizzato uno sciopero generale contro i tagli massicci ai finanziamenti pubblici Attac ha convocato un presidio alle ore 18 presso l'Ambasciata Greca per sostenere le mobilitazioni in Europa, Grecia, Regno Unito, Spagna, ed affermare che le loro lotte sono più che mai anche le nostre.
Attac Francia,
Parigi, 29 giugno 2011
Ce n’est pas une crise, c’est une escroquerie
« Ce n’est pas une crise, c’est une escroquerie », disent les indignés espagnols. Ce mercredi, le Parlement grec vient d’adopter un nouveau plan d’austérité, symbole de l’invraisemblable escroquerie qui a cours actuellement en Europe.
Malgré l’injustice profonde des mesures de rigueur, qui visent à faire payer le peuple grec sans remettre en cause les politiques fiscales calamiteuses menées par les précédents gouvernements, les déséquilibres inhérents au fonctionnement de la zone Euro, ou encore les bénéfices grassement réalisés par les banques et autres spéculateurs sur le dos des finances publiques grecques;
Malgré la résistance du peuple grec, qui s’est levé dignement et occupe depuis près de trois semaines la principale place d’Athènes – où se situe le Parlement – pour contester, de manière pacifique et démocratique, ces choix imposés en dépit du bon sens ;
Malgré l’inefficacité avérée des mesures d’austérité pour améliorer la situation des finances publiques, les députés grecs ont accepté de se soumettre au chantage de l’Union européenne, du FMI et de la Banque Centrale Européenne.
En échange de ce plan d’austérité, avec à la clé des réductions de salaires et une réforme fiscale qui va frapper de plein fouet les classes moyennes et populaires, la «Troïka» accordera une « aide » d’une centaine de milliards d’euros à la Grèce - sans laquelle le gouvernement se retrouverait incapable de financer son fonctionnement (y compris les services publics, hopitaux, etc.).
Ce prétendu « sauvetage » s’adresse pourtant davantage aux banques françaises et allemandes qu’à la Grèce : « Le CAC 40 accentue ses gains, confiant sur la Grèce » peut-on lire sur le site du Point.fr. Il représente en réalité une vaste opération de socialisation des pertes : une étude des Échos montre que « grâce » à ces plans, « la part de dette hellénique aux mains des contribuables étrangers passera de 26 % à 64 % en 2014. Cela veut dire que l'exposition de chaque foyer de la zone euro va passer de 535 euros aujourd'hui à 1.450 euros ». Or tous les économistes s’accordent pour dire que la Grèce ne pourra pas rembourser l’intégralité de ses dettes.
En s’opposant de manière farouche à toute restructuration, Sarkozy et Trichet jouent ainsi la montre au plus grand bénéfice des banques françaises ; Lorsque la Grèce fera défaut, ce seront les finances publiques des autres pays européens seront en première ligne… Et les peuples européens paieront l’addition via de nouvelles mesures d’austérité.
« Privatiser les profits, socialiser les pertes », cette logique semble plus que jamais d’actualité : avec la nouvelle gouvernance économique, promue par les gouvernements européens et la Commission et votée par le Parlement européen, les finances publiques seront mises sous tutelle, et à l’image de la Grèce, l’austérité permanente pour les peuples garantira les bénéfices des banques.
Il est essentiel que les peuples européens se mobilisent pour mettre en échec cette « stratégie du choc » à l’échelle européenne. A l’image du peuple grec, il faut non seulement s’« indigner », mais se montrer « déterminés » à mettre un terme au diktat des banques et des marchés financiers, en commençant par imposer un audit démocratique des dettes publiques. En France notamment, les mobilisations doivent redoubler d’intensité : ce qui se joue en Grèce aujourd'hui, c'est la capacité des peuples en Europe à sortir du piège dans lequel nous place la finance qui est en jeu.
Jeudi 30 juin, au lendemain de la mobilisation sans précédent du peuple grec, et alors que les mouvements sociaux et syndicats britanniques organisent une grève générale contre les coupes massives dans les budgets publics, Attac appelle à se réunir à 18h devant l’ambassade de Grèce pour un soutien aux mobilisations qui se déroulent en Europe, en Grèce, au Royaume-Uni, en Espagne, pour affirmer que leurs combats sont plus que jamais les nôtres.
Attac France,
Paris, le 29 juin 2011
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