Lunedì 4 Luglio (il giorno dopo). Ieri, appena arrivati in valle, siamo stati accompagnati al presidio di Exil dove partiva la manifestazione di amministratori e famiglie. Le modalità del corteo erano state concordate i giorni precedenti: una parte, quella ufficiale, avrebbe proseguito fino a Chiomonte, un'altra avrebbe invece dovuto raggiungere l'abitato di Ramat (5 o 6 km di salita dura), ridiscendere un bosco attraverso sentieri di montagna difficili e provare a recuperare il presidio sgomberato qualche giorno prima a La Maddalena. Circa diecimila persone salgono per questi sentieri, fra loro ci sono anche donne e uomini di 60/70 anni, pratici di quei luoghi e desiderosi di dare il loro contributo. Non c'era alcun black bloc infiltrato, tutti avevamo il volto scoperto e conoscevamo perfettamente il nostro amico/compagno/vicino. Lì si sono verificati gli scontri più duri. Dopo due o tre ore io e Fabrizio decidiamo di andare nei pressi di Chiomonte, zona Centrale, dove cominciavano i primi tentativi di sfondare una delle recinzioni che davano accesso al cantiere. Tre ore circa di lanci ininterrotti di lacrimogeni, gran parte dei quali ad altezza d'uomo. Ho visto personalmente due ragazzi giovanissimi accasciarsi dopo essere stati colpiti da questi lanci, uno a pochi centimetri dall'occhio, un'altro al petto. Nel frattempo tutti i tornanti che ci separavano da Chiomonte erano assiepati da intere famiglie che battevano ritmicamente i guardrail con pezzi di legno per incitare tutti a resistere. Intanto apprendiamo che anche a Giaglione viene caricato il terzo corteo della giornata e che diversi disabili erano rimasti intrappolati senza riuscire a raggiungere il ponte che li avrebbe sottratti al caos.
Siamo stati tutti impressionati dal leggere i resoconti odierni, i deliri dei vari Di Pietro, Vendola, Bersani & C e le prese di distanza di alcuni amministratori locali, sopratutto perchè questi ultimi era perfettamente a conoscenza delle modalità con cui era stata preparata la giornata. Uno di loro con megafono, tricolore al braccio e scritta "amministrazione" ci aveva ricordato infatti a più riprese nella mattinata: "Questo è l'ultimo bivio utile per raggiungere Ramat, chi vuole raggiungere la parte del corteo non autorizzato che cercherà di riprendere il presidio di La Maddalena è pregato di farlo ORA".
Martedì 5 luglio. Arriva finalmente la conferenza stampa del comitato NO TAV. Di fronte alla montatura mediatica che ha trasformato la resistenza popolare contro un’opera inutile e devastante in guerriglia dei black bloc e ai conseguenti distinguo e dissociazioni dell'ultim'ora, si sceglie la rivendicazione chiara e collettiva di ciò che è successo domenica. Lo fanno l’antagonista Lele Rizzo e il cattolico Gigi Richetto, la comunista Nicoletta Dosio e il grillino Davide Bono: "SIAMO TUTTI BLACK BLOC".
Giovanni Rubattu
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